Inviato a Lipsia Milik non c'è. Come previsto. «Non ho bisogno di un turista», il monito del tecnico azzurro. E poiché Lipsia è sicuramente...
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Milik non c'è. Come previsto. «Non ho bisogno di un turista», il monito del tecnico azzurro. E poiché Lipsia è sicuramente una cittadina che merita di essere visitata con il suo centro cittadino ricostruito dopo i bombardamenti inglesi della fine della seconda guerra mondiali, non è certo posto da visitare in pieno inverno. In cuor suo, l'allenatore spera che Arek desse segnali differenti. Ma Milik ha preso altro tempo. Dietro a quella frase del turista c'è il senso del momento che sta vivendo il polacco che, forse, se la sta prendendo un po' comoda. Ovvio, ha paura, è terrorizzato dall'idea che possa accadere un'altra volta. Normale. Dall'ottobre del 2016 a oggi sono più i giorni passati a curarsi che quelli trascorsi assieme alla squadra.
L'obiettivo è il Mondiale. Boniek, l'ex bello di notte della Juventus anni 80 ora presidente della Federcalcio polacca, lascia intendere che non bisogna avere fretta. «Può tornare per fine mese», ha ammesso. I tempi del recupero sono in linea a quelli della passata stagione. Si fece male l'8 ottobre e tornò in campo, per pochi minuti a Madrid, il 15 febbraio. Quindi, ci siamo. Diciamo che tra Cagliari (improbabile) e la gara con la Roma del 3 marzo, arriverà il giorno del rientro di Milik. E il giorno dopo sarà il suo compleanno. Che festeggerà con la squadra in una location di Napoli.
Il Mattino