Viva viva o Senegal, cantava Pino Daniele. Ma anche la Nigeria, l'Algeria, il Marocco e persino la Libia. La storia degli africani di Napoli parte da lontano, dagli albori del...
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I due fratelli Ghisi hanno vestito le maglie di Naples, Internaples e poi del Napoli - dal 1926, anno in cui l'attuale Napoli prese forma ufficialmente - vivendo tutta la genesi della nascita del club. Furono tra i primi a giocare nel campionato italiano e aprirono le porte ufficialmente agli africani di Napoli. Bisgonerà aspettare sett'antanni per vedere un altro azzurro arrivare dal continente nero, direttamente nel 2000 quando in città arriveranno Abdelilah Saber e Rabiu Afolabi. Destini intrecciati, ma mai simili: il primo, terzino marocchino di spinta, resterà a Napoli nel per tre stagioni, l'altro - nigeriano come nigeriano è Victor Osimhen -, sarà una vera e propria meteora, restando in azzurro per una sola stagione prima di salutare senza lasciare alcun prezioso ricordo nel cuore dei tifosi napoletani.
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Non proprio il migliore degli auspici per il connazionale Osimhen, oggi ufficializzato dal Napoli. Ma il nigeriano, in azzurro, troverà Kalidou Koulibaly, forse il migliore degli africani che hanno mai vestito l'azzurro. Dal 2014 ad oggi, il senegalese si è affermato tra i migliori al mondo nel suo ruolo, con le attenzioni di tutti i più grandi club al mondo. Prima di lui, rapido ma sostanzioso fu il passaggio di Hassan Yebda (Algeria), più lungo ma anche più tormentato quello del marocchino Omar El Kaddouri. Nel 2016 fu il turno del guineano Amadou Diawara, altro membro dell'Africa "Nera" che dalla scorsa estate è alla Roma, mentre ancora in squadra sono Faouzi Ghoulam e Adam Ounas, due algerini più napoletani che mai.
Il Mattino