Paralimpiadi, Legnante è argento: l'urlo di «Cannoncino» dopo due ori

Assunta Legnante
Numero 60. E un argento bis alle Paralimpiadi di Tokyo. Evidente la sua smorfia per la tripletta sfiorata (dopo l’oro conquistato a Londra 2012 e a Rio 2016), disappunto...

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Numero 60. E un argento bis alle Paralimpiadi di Tokyo. Evidente la sua smorfia per la tripletta sfiorata (dopo l’oro conquistato a Londra 2012 e a Rio 2016), disappunto malcelato sul podio. Lacrime e pioggia, urlo e un pizzico di contrarietà. Scarpe gialle, doppio smalto (azzurro alle dita della mano destra, tricolore a sinistra), bracciale con i colori italici sul polso sinistro, inconfondibile pettorina, originale mascherina dell’Uomo Tigre. Deve accontentarsi Assunta Legnante del secondo posto nel getto del peso F12, accorpato a F11, riunendo così in una sola categoria gli atleti ipovedenti e non vedenti. Con il lancio a 14.62 la pesista e discobola di Frattamaggiore arricchisce la sua già nutrita bacheca.

«Perdere mi fa tanta rabbia. C’era freddo, la pedana scivolosa, tutto difficile ma quello c’è stato per tutti. Non può essere una scusa. Purtroppo, forse, chiedo troppo a me stessa e a 43 anni non è che si può fare più quello che si faceva prima. Non posso dire di non averci provato, ma provarci e non riuscirci non è sufficiente», dichiara la campionesse classe 1978.

«Peccato per il terzo lancio, quello nullo, perché era lungo. Questa è la cosa che mi rimprovero di più». Quasi non si dà pace Legnante per l’impresa mancata in Giappone. Cannoncino non riesce a difendere il doppio titolo conseguito in Inghilterra e in Brasile, superata soltanto dalla uzbeka Safiya Burkhanova (14.78 – primato stagionale) e seguita dalla messicana Rebeca Valenzuela Alvarez (13.72). Fanno la differenza 16 centimetri.

L’atleta napoletana (nelle foto di Augusto Bizzi) mette al collo la seconda silver medal a distanza di pochi giorni (disco) e irrobustisce il medagliere azzurro.

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Il Mattino