Paralimpiadi, il napoletano Brancato: «Arrivederci a Parigi 2024»

Alessandro Brancato
Le tappe di un viaggio. Un passaggio solo apparentemente a vuoto vale come una lezione, dalla quale trarre energie per remare verso un sogno al momento soltanto sfiorato. Continua...

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Le tappe di un viaggio. Un passaggio solo apparentemente a vuoto vale come una lezione, dalla quale trarre energie per remare verso un sogno al momento soltanto sfiorato. Continua a nutrire speranze e a coltivare desideri azzurri (e fa bene!) il napoletano Alessandro Brancato. «Parigi val bene una messa» ed è dietro l’angolo. E poi da Napoli dista 1700 chilometri. Tokyo prova generale verso la Francia. Mancano tre anni al 2024 ma si pensa in grande e si lavora in vista del prossimo impegno d’Oltralpe.

Intanto il canottiere di Posillipo resterà in Giappone altri due giorni, prima non ci sono voli disponibili per rientrare in Patria. «Oggi è stata la prima volta che sono sceso contento dalla barca così come i miei straordinari compagni», spiega il numero tre dell’armo italico. Il quinto posto conseguito dal quattro con PR3 misto al Sea Forest Waterway non deve scoraggiare né scontentare gli animi. Sono stati tre giorni intensi di regate e, trattandosi della prima esperienza ai Giochi Paralimpici, il bilancio induce all’ottimismo.

Con ampio margine di vantaggio si è imposta la Gran Bretagna sugli Stati Uniti, che hanno riconfermato la medaglia d'argento conquistata a Rio 2016. Sul terzo gradino del podio la Francia, precedendo Australia e l'Italremo del pararowing.

«Abbiamo dato tutto e lo considero un bel quinto posto, al quale siamo arrivati lavorando molto, discutendo a volte anche fra di noi», osserva il classe 1996. Dialogo costruttivo con gli altri membri dell’equipaggio, Cristina Scazzosi (SC Lago d’Orta), Lorenzo Bernard (SC Armida), Greta Elizabeth Muti (SC Olona 1894) e il timoniere Lorena Fuina (SC Moto Guzzi), confronto mai banale e proficuo scambio di vedute. «Ora mi aspetta un bel periodo di riposo e poi inizio a lavorare con lo sguardo rivolto a Parigi 2024, perché mi sono riproposto di far cantare l'inno di Mameli a chi ci segue», auspica convinto l’atleta del RYCC Savoia.

Da esordiente, Brancato non ha sfigurato nè demeritato, anzi ha dimostrato di essere competitivo, migliorando progressivamente in ogni fase. «Desidero rivolgere un grazie di cuore a mia mamma Vincenza, a mio padre Ciro, a Lorenzo e a tutti gli amici che mi hanno seguito, tra i quali Giuseppe Di Mare. Un grazie a tutto il Circolo Savoia e agli allenatori Mariano Esposito, Andrea Coppola e Giulio Palomba», conclude Alessandro Brancato (nella foto di M.Ujetto/Canottaggio.org). Dopo la scalata al monte Fuji, è arrivato il momento di lanciare l’assalto alla Torre Eiffel. Meglio giocare d’anticipo.

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Il Mattino