Plusvalenze, prosciolto De Laurentiis: non accolta la teoria dell'algoritmo

Plusvalenze, prosciolto De Laurentiis: non accolta la teoria dell'algoritmo
Non è semplice per il capo della procura federale Chiné (il successore del prefetto Pecoraro) e i suoi aggiunti il pomeriggio: erano stati i primi, nel momento in...

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Non è semplice per il capo della procura federale Chiné (il successore del prefetto Pecoraro) e i suoi aggiunti il pomeriggio: erano stati i primi, nel momento in cui avevano chiesto le condanne martedì, a non arrivare a ipotizzare penalizzazioni o roba simile. Ma nessuna delle loro richieste è stata accolta dalla sezione disciplinare del Tribunale federale nazionale presieduto da Carlo Sica e con Giuseppe Rotondo vice presidente relatore. Restano con le mani in mano. Ed è un colpo severo per Giuseppe Chiné che già da mesi è al centro di qualche polemica per via del suo ruolo di capogabinetto al Mef. Certo, per prima cosa Chiné e i suoi aggiunti devono leggere le motivazioni e poi decidere se impugnare la sentenza di I grado oppure no. Difficile a dirsi, ma certo l'impressione è che il caso si chiuda qui. Il Tribunale ha accolto integralmente l'apparato difensivo dei club, che avevano apertamente contestato il modello di valutazione dei giocatori definito dalla Procura Figc per definirne il prezzo giusto, ma anche soprasseduto sulla violazione delle norme federali in materia gestionale ed economica del comma più soft dell'articolo 31 e la mancata lealtà dell'articolo 4 del Codice di giustizia sportiva. Tra una settimana le motivazioni, quindi il procuratore Chinè deciderà se fare o meno ricorso. Le tesi delle difese di Napoli e Juventus sono state illuminanti contestando i metodi per rimodulare le valutazioni dei calciatori e determinare come gonfiate le plusvalenze. Il sistema del sito Transfermarkt ha confermato di non essere un algoritmo, di avere valutazioni fondate sulle discussioni in un forum interno e di non essere affidabile sui giovani per un deficit di conoscenza. Ci sono sistemi di valutazione più affidabili, come quello del Cies. 

Per capire il perché del flop della Procura federale basta andare sul sito Transfermarkt e vedere la valutazione che dà in questo momento al classe 2000, Zanoli, reduce dall'esordio da titolare a Bergamo due domeniche fa: bene, è scritto che vale 1 milione di euro. Dunque, se passa questo parametro come quello di riferimento, se De Laurentiis la prossima estate lo vendesse a 1,5 milioni di euro avrebbe realizzato una plusvalenza fittizia, avendo gonfiato il bilancio con una cifra non vera. Si può? No. Prendete per esempio Scamacca: le voci di mercato parlano di non meno di 45 milioni per portarlo via dal Sassuolo. Ma il portale in questione lo valuta appena 30 milioni di euro. Ma c'è anche un'altra considerazione legata al passato: il 16 luglio del 2016 Gonzalo Higuain costava 65 milioni di euro. In quelle ore, il Napoli disse di no a una serie di offerte attorno a quella cifra finché De Laurentiis dovette arrendersi cinque giorni dopo quando la Juventus comunicò l'intenzione di pagare la clausola rescissoria da 90 milioni della clausola. Differenza 25 milioni. Che si fa in questi casi? 

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Il Mattino