Qatar 2022, Argentina e Francia in campo oggi: primo atto per due nazionali super favorite

La Pulce ha 35 anni ed è l'ultima chance per stringere tra le mani la coppa del mondo

Messi e Mbappé durante l'ultimo faccia a faccia in nazionale
Kylian & Leo. La Sacra ditta dei numeri 10. Uno il mondo se lo è preso quattro anni fa, l'altro ha l'ultima occasione per prenderselo. Oggi è il giorno...

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Kylian & Leo. La Sacra ditta dei numeri 10. Uno il mondo se lo è preso quattro anni fa, l'altro ha l'ultima occasione per prenderselo. Oggi è il giorno dell'esordio a Doha per la Francia di Mbappé (contro l'Australia) e l'Argentina di Messi (con l'Arabia Saudita, la caviglia gonfia non gli dà problemi), due delle grandi favorite a vincere questo mondiale nel deserto. La Pulce ha 35 anni ed è l'ultima chance per stringere tra le mani la coppa d'oro che Diego Maradona vinse in Messico quando aveva un anno. Messi (a parole) è da sempre l'erede del Pibe de Oro. Nessuno dubita sul suo genio: 7 Palloni d'oro, 91 gol in nazionale, capolavori finiti in un attimo e consegnati alla storia. Gli argentini lo venerano, attendono il miracolo. D'altronde, attorno hanno poco a cui aggrapparsi tra i vari Di Maria, Lautaro, Peredes, Gomez e poco altro. Ci sono state Seleccion migliori negli ultimi tempi. Messi è il calciatore più pagato del mondo e ogni quattro anni anche il più inutile. Nel 2014 una finale, quella di Rio de Janiero, l'ha giocata, ma l'ha anche persa. Ogni volta dice di volersi separare dalla nazionale perché è un amore che lo soffoca. Ogni volta cambia idea. E dunque, rieccolo qui: con quel numero 10 come rivale principale che gioca con lui nel Psg. E che non delude. Come non ha fatto in Russia, quando ha portato i transalpini al trionfo. 

È una Francia orfana del Pallone d'Oro, Benzema e che si aggrappa sulle spalle del ragazzo di Bondy, periferia di Parigi, per difendere il titolo e la maledizione di chi, dall'edizione del 1962 (il Brasile) non è mai riuscita a difendere la coppa conquistata. Ha una nidiata di talenti unica, la nazionale francese: da Lloris a Konatè da Lucas Hernandez a Dembelé e Griezmann. Dicono che Mbappé è persino felice del forfait di Benzema con cui non corre buon sangue e anche perché il suo addio (non avrebbe neppure salutato) gli consentirà di fare coppia con Giroud, l'attaccante del Milan. Che lui, il ragazzo terribile, preferisce. Giroud, 36 anni, è a due gol dal record assoluto di reti segnate dalla Francia di Thierry Henry (51), non potrebbe essere più d'accordo. Contro l'Australia di attaccanti saranno in quattro, con Ousmane Dembele e Antoine Griezmann. «Avere quattro giocatori offensivi porta più pericolo per l'avversario e in termini di equilibrio, se hai la palla, non c'è problema», spiega il ct francese Didier Deschamps e sembra di sentire Luciano Spalletti. È uno scontro di generazioni: da una parte Mbappé, dall'altra Messi. Mbappé che ha avuto sulla Coppa del Mondo del 2018 lo stesso impatto che ebbe Pelé sessantaquattro anni fa, ha il lusso di non avere fretta. Messi, questo lusso, non ce l'ha più: impensabile che nel 2026 sia ancora a guidare l'Argentina nel mondiale che si terrà tra Stati Uniti, Canada e Messico. Francia e Australia. E lui alza bandiera bianca. «Sì, questo è il mio ultimo mondiale, l'ultima occasione per poterlo vincere, per raggiungere il sogno - dice Messi dal centro stampa di Doha - È una coppa diversa perché cade in mezzo alla stagione. Di solito avevamo un mese per prepararlo, ora non abbiamo avuto tempo. Ma le emozioni sono le stesse. Stiamo bene e giochiamo bene. Il debutto in un Mondiale è sempre una partita difficile, per le tensioni che sicuramente sentiremo. Quindi dovremo stare attenti all'Arabia Saudita». Non si nasconde. «Lo so che in tanti, non solo argentini, vogliono che sia io a conquistare questa coppa. E riconosco l'affetto che mi arriva da ogni parte del mondo. Sono sereno, alla mia età voglio anche godermelo questo mondiale, non solo vincerlo». Il ct Scaloni, che ha anche passaporto italiano, lo ascolta sorridente. E pieno di speranze. Il sogno dell'Argentina passa tra i piedi di Messi. 

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Il Mattino