Quell’asso slovacco dal cuore napoletano

Quell’asso slovacco dal cuore napoletano
Sulla Prospettiva Sarri, mentre il Napoli del futuro cresce, è Marek Hamsik a giocare la parte dell’incrostazione nostalgica vistosamente risolutiva. È suo il...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA FLASH
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Sulla Prospettiva Sarri, mentre il Napoli del futuro cresce, è Marek Hamsik a giocare la parte dell’incrostazione nostalgica vistosamente risolutiva. È suo il gol che apre la vittoria del Napoli a Palermo – e che lo porta a scavalcare Maradona – ed è sua la costanza che ha attraversato questi anni di crescita della squadra di De Laurentiis.



La natura irreprimibile della sua sincerità verso la squadra e la città, il suo saper andare oltre i momenti negativi, e l’essersi radicato calcisticamente, geograficamente e culturalmente a Napoli, ne fanno una figura di riferimento – spesso messa in discussione – mai trascurabile, persino quando gioca male. Ci vuole abilità per resistere alle tempeste napoletane, per sopportare le figure di passaggio, la vita e le partite che vengono e vanno, e rimanere, guidare, giocare, segnare, in una città incandescente.

Un pragmatismo assoluto – tipico dell’Est – trapiantato nel calcio, applicato al calcio, personalizzando il disordine che lo circonda. Il gol di Hamsik al Palermo apre la sua decima stagione azzurra, fissa la sua presenza al centro della squadra, rafforza le sue doti, e dice che è ancora qua. Quando Zielinski trova sulla sinistra Ghoulam che mette in mezzo per Hamsik, non si realizza solo una triangolazione a lunga gittata con un lancio, un cross e un tiro in contro-balzo in porta, no, si rinnova e riannoda il legame tra Napoli e lo slovacco, tra il Napoli e il suo capitano, col portiere Posacev testimone impotente, mentre il pallone si infila sopra la sua testa.


I gol di Hamsik sono così, pesanti e con una trama articolata, un po’ come la sua presenza spalmata negli album di questi anni, tra le figurine che lo vedono crescere, diventare uomo in maglia azzurra, con la sua strana cresta che si diffonde sulle teste dei ragazzini da Castel Volturno a Fuorigrotta e viceversa. Una ragione sul piano scientifico pratico e logico – i numeri – e una ragione sentimentale che lo hanno visto resistere alla chiamata di molte squadre, che lo hanno sentito ripetere: No e poi no, nonostante Mino Raiola, suo ex procuratore, re del mercato, a riprova che è il calciatore a fare il procuratore e non il contrario. Hamsik è il calciatore maturo, è il ragazzo amletico, è l’oscillazione tra rabbia e timidezza, tra forza e debolezza, con la costante dispersione di sé: che sia geometria dei passaggi e nella ricerca degli altri, che sia lancio con benedizione verso la porta, o solo disimpegno, tiro sbilenco aspettando tempi migliori.
Leggi l'articolo completo su
Il Mattino