Destinata a passare alla storia come la partita preceduta dalla vigilia più a luci rosse della Champions, con il giornale francese Equipe che definisce gli azzurri la...
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Al fischio iniziale, infatti, dopo appena venti secondi, Milik si palesa davanti al portiere avversario fornendo dunque subito subito agli ospiti una dimostrazione immediata e pratica di cosa significa in italiano la parola “arrapato” e di cosa succede quando uno sta in questa sciagurata condizione e appena si ravvisa l’occasione adda sfugà. Da lì in poi un crescendo di azioni bellissime, anzi no, secsi, con Hamsik che, come quei maschi che apparecchiando direttamente sul letto invece che sulla tavola ti fanno capire che hanno proprio voglia, manifestava la sua intenzione di andare a segno in tempi brevi con tocchi di fino e giocate ad effetto.
E infatti, di lì a poco, il colpo di testa imperiale del Capitano che non solo fa gridare il San Paolo quasi più della musichetta della Champions ma dà la stura a tutta una serie di palleggi, volteggi e triangolazioni che portano prima al gol di Mertens su punizione e poi a quello di Milik su rigore. E poi ancora a quello di Mertens, osannato al momento di uscire dal San Paolo come il tecnico del wifi quando riesce a farti avere la connessione allo stadio. Tutto bello bellissimo, insomma, almeno fino al settantesimo quando all’improvviso, complice l’uscita dal campo del guardiano onnipresente Callejon, il centrocampo si addormenta con la zizza in bocca e Reina viene lasciato da solo in balia degli eventi.
Due dormite, due gol dei portoghesi.
Il Mattino