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Inviato a Glasgow
I brividi dietro la schiena. In 50mila hanno intonato l'inno God save the Queen le cui note vengono suonate nello stadio, al termine del minuto di raccoglimento. Uno stadio intero, 50mila persone che prima sono rimasti in un silenzio religioso e poi sono esplosi in un canto emozionante. Un boato. È la prima partita in Scozia dopo la morte della Regina Elisabetta. Lo sport britannico lentamente ha ripreso sulla via delle normalità (a pochi chilometri da qui è iniziato il quarto di finale di Coppa Davis tra Gran Bretagna e Stati Uniti). Il settore ospiti non resta vuoto. I Rangers ci hanno infilato un po' di loro tifosi. Tanto a Ibrox, la tana piena di mattoncini rossi che all'interno sembra un vecchio albergo stile vittoriano, ieri sera tutto è stato eccezionale. Il lutto per la morte di Sua Maestà non impedisce durante il riscaldamento di far rimbombare la solita tradizionale (spesso insopportabile) musica che accompagna il pre-gara. Tenendo conto delle dirette no-stop della Bbc e della tv scozzese fino a poche ore prima, un piccolo paradosso. Lo spettacolo, però, va avanti. I poliziotti, in ogni caso, sono numerosi, alcuni anche a cavallo secondo la tradizione british. Qui non c'è mai fretta di arrivare in anticipo: i posti sono numerati ovunque e in un batter baleno gli spalti si gremiscono. La folla resta all'esterno, a godersi la birra che ovunque viene offerta anche a prezzi piuttosto contenuti.
Piano piano che la gara sta per avere inizio, eccoli che iniziano a rumoreggiare, a incitare, a mostrare e far ondeggiare le loro sciarpe.
Il Mattino