Real Madrid-Napoli, probabili formazioni: Osimhen per un tempo, poi Simeone

Meret torna tra i pali, a sinistra c'è Juan Jesus

Victor Osimhen
Sfiorando quella specie di deposito di Coppe dei Campioni di ogni genere che è il museo del Real, con trofei un po' ovunque come i cuscini in un salotto, il Napoli...

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Sfiorando quella specie di deposito di Coppe dei Campioni di ogni genere che è il museo del Real, con trofei un po' ovunque come i cuscini in un salotto, il Napoli capisce davvero cosa vuol dire essere nel paese delle meraviglie. Questo è lo stadio del Mundial, nello strano gioco del destino che ha voluto gli azzurri prima all'Olympiastadion di Berlino, dove l'Italia ha trionfato nel 2006, e poi qui a Madrid, nel Mondiale di Zoff di Paolo Rossi a distanza di poche settimane. Ci sono luoghi e momenti da cui non si ritorna. Occasioni uniche, anche se non sono le ultime: «Sappiamo chi avremo di fronte, ma sarà un test anche per capire chi siamo, dove possiamo arrivare. È una gara che può darci uno slancio importante per il futuro. Facciamo questo lavoro per giocare questo tipo di partite, in questi stadi», spiega il capitano Giovanni Di Lorenzo

Victor Osimhen non sta benissimo, forse non ha nemmeno un'ora nelle gambe. Ma avrebbe più senso e logica farlo iniziare e poi fare entrare il Cholito Simeone che viceversa. D'altronde, c'è anche Raspadori che pagherebbe per scendere in campo stasera. Ma si sa, con l'approdo di Mazzarri, ogni logica può essere cambiata. Il Cholito è di casa, il papà è uno dei re di Madrid, sia pure sponda Atletico: fare un gol al Real avrebbe per lui un valore speciale. Ma Osimhen, in ogni caso, vuole giocare e oggi lo dirà anche a Mazzarri: ha fatto una corsa contro il tempo per recuperare dal problema muscolare. E quello di stasera non è un appuntamento che vuole perdere. Il dilemma lo porta con sé, il tecnico: primo, perché vuole fare pretattica con Ancelotti, visto che è una delle cose antiche dal sapore più moderno. In secondo luogo perché vuole tutti i calciatori sul filo del rasoio. Come se ce ne fosse bisogno. Basta guardarli gli azzurri sul prato del Bernabeu che sembra un'astronave e che da fuori non sembra più neppure uno stadio: sono lì con i telefonini in mano a fare le foto alle tribune, alla scritta Real, al cielo sopra Madrid che si intravede tra i pilastri nuovi di zecca, a farsi selfie come se avessero pagato per il tour del Bernabeu. Anche De Laurentiis non ha rinunciato a questo viaggio nella storia: è stato operato al menisco appena 5 giorni fa, ma è già in piedi, sul prato del Bernabeu. E poi in prima fila nella conferenza. Di Lorenzo, il capitano, spiega: «Non cambierei nessuno dei miei compagni per uno del Real», dice mostrando che non si è capitani per caso. Bellingham devastante all'andata. «Sappiamo che ci ha dato fastidio, tra le linee dobbiamo essere bravi ad andarli a prendere. All'andata ci sono stati errori pesanti, come il mio che ha portato al gol di Vinicius. Ma nel secondo tempo al Maradona abbiamo fatto bene. Stasera sarà un'altra partita, avremo delle occasioni per segnare e le dobbiamo sfruttare». Per il resto, va in campo Meret recuperato e sulla sinistra spazio a Juan Jesus. Più o meno le scelte sono fatte. 

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Il Mattino