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Proposta irrinunciabile. Non si possono occultare i sentimenti, non si possono recidere i legami di amicizia costruiti e consolidati nel corso degli anni. Solo Carlo Silipo rifiutò la proposta e declinò l’invito ma erano altri tempi e altre storie. E’ già accaduto con Vincenzo Renzuto Iodice, poi con Tommaso Negri, ora con Zeno Bertoli. Il difensore napoletano saluta il Posillipo e accetta di indossare la calottina della Pro Recco.
Dal rossoverde al biancoceleste, dalla Campania alla Liguria, dalla Scandone a Punta Sant’Anna, proprio dove ha giocato la sua prima finale scudetto nel 2009 e messo a segno un gol. «Ero tornato a Napoli per rimanere (dopo l’esperienza maturata al Brescia) ma nello sport occasioni di questo tipo capitano una sola volta». Il plurititolato club del presidente Maurizio Felugo (un altro ex posillipino che vinse lo scudetto nel 2004, la Coppa dei Campioni nel 2005 e la Supercoppa europea nel 2006) pesca un elemento di valore all’ombra del Vesuvio. «Era un treno da non farsi scappare. Ringrazio il Posillipo, che mi ha dato la possibilità di andare, anche perché avevo due anni di contratto e ho rescisso», spiega il classe 1988.
Nuovo corso dunque e nuova avventura clorata. «La Pro Recco rappresenta l’ambizione massima di ogni pallanuotista, quando la squadra più forte del mondo ti chiama non puoi dire di no», ammette Bertoli, che gioca da sempre con il numero 10. “Quello di Diego Armando Maradona. Mio padre Cesare è tifosissimo del Napoli così come lo era mio zio Bruno, che scelse quella calottina e io nel tempo l’ho mantenuta. Vedremo se sarà libera anche a Recco», auspica fiducioso Zeno. Ritroverà Negri, con il quale ha alzato al cielo di Fuorigrotta l’Euro Cup nel 2015.
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