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Che sarebbe stato un esordio complicato lo si sapeva. Tornare in Serie A dopo 14 anni e affrontare subito una delle big come Venezia (gli orogranata vorranno entrare nel tabellone playoff in una buona posizione) era un crash test di quelli pesanti per la Givova Scafati. I campani hanno perso 80-69 però non hanno recitato affatto il ruolo di vittima sacrificale. Sul parquet del Taliercio la formazione di coach Rossi se l'è giocata a viso aperto, ha provato con le proprie armi a competere e si è spenta solo nella parte finale quando è uscita fuori la qualità dell'Umana Reyer. Se Scafati, però, si porta dietro questo piglio anche nelle successive giornate, potrà assolutamente lottare per una salvezza tranquilla. E poi c'è un certo Julyan Stone, ieri tornato a Venezia da ex, che già ha fatto vedere cose interessanti. Nel primo quarto ha segnato cinque punti di fila e ha trascinato Scafati al primo mini-break di serata (12-18) costringendo De Raffaele al timeout ma consentendo comunque ai gialloblù di chiudere avanti il primo quarto sul +4 (21-25). La reazione dell'Umana Reyer arriva già nel secondo quarto ed è di quelle importanti: subito un parziale di 6-0 che vale il pari, poi il vantaggio di Spissu infine il canestro di Brooks che vale il +8. Ad inizio ripresa ci si aspettava un'organizzazione diversa da parte di Scafati, ma la gestione dei possessi della Givova spesso è stata rivedibile. I campani provano a contenere la furia orogranata poggiatasi soprattutto sui 21 punti di Willis, nel finale di quarto, però, sale in cattedra lo spagnolo Sima che realizza i punti decisivi. Scafati ha un moto d'orgoglio ad inizio ultimo periodo, infilando un 12-0 di parziale con punti di Ikangi, Rossato e Thompson. A dare respiro a Venezia, però, ci pensa Tessitori che ne piazza otto di fila e manda all'aria le speranze di rimonta di Scafati che esce dal Taliercio a testa alta.
Come sottolineato dal coach gialloblù Alessandro Rossi: «Abbiamo affrontato una squadra forte, che alla lunga ha meritato di vincere.
Il Mattino