A questo punto, si tratta semplicemente di capire se Maurizio Sarri se la sente, o meno, di affrontare quel limite che pensa di aver raggiunto con il Napoli quest’anno. O se...
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Gioca a fare il solitario, Sarri, in questi giorni. Oggi porterà la squadra in ritiro e proverà a far finta che sia la vigilia di una partita normale. Ma non lo è: perché potrebbe anche essere l’ultima. Eppure ieri ha cominciato persino a parlare di amichevole in Inghilterra e in Germania prima dell’inizio del campionato. «Chi vivrà vedrà» ha glissato Aurelio De Laurentiis a Tv Luna prima di prendere parte a un convegno dell’Ance a Palazzo Reale. Per il resto, nel suo intervento, oltre a sparare a zero contro sindaco e Comune per lo stadio, ha parlato della Juventus che ha voluto le seconde squadre in Lega Pro «perché con tutti i giocatori che ha ingaggiato anche con la complicità di altri club deve pur farli giocare». Il patron aveva evitato di parlare di Sarri anche la mattina durante il ritiro di un premio alla Luiss a Roma. E ha glissato pure sulle domande dei tanti ospiti nel foyer del teatro San Carlo per la presentazione del libro del direttore del Mattino, Alessandro Barbano “Troppi diritti, l’Italia tradita dalla libertà” che pure fremevano per sapere come andrà a finire la telenovela di primavera.
Il Napoli ha gettato la palla nella metà campo di Sarri: decida lui cosa fare. E Sarri ci sta pensando: in Inghilterra non vuole fare il manager tuttofare e in Russia sarebbe atteso da trasferte in aereo interminabili viste le distanze. E poi, al momento nessuno ha ancora dato la disponibilità a pagare la clausola da 8 milioni, né lo Zenit né il Chelsea. Dunque Sarri deve riflettere: e i 50mila di domani al San Paolo potrebbero aiutarlo a decidere di restare. Il suo incubo è quello di finire l’anno prossimo quarto o quinto e quindi da idolo dei tifosi diventare uno dei tanti. Ma Sarri deve decidere: accettare la scommessa e provare a prendere di nuovo il Napoli in mano oppure lasciare. Perché se nello sport uno si fermasse (o cambiasse aria) perché pensa di non potersi più migliorare, rimarrebbero in pochi. Grandezza è anche accettare l’eventualità di perdere, e di non ripetersi, senza smettere di provarci. Per De Laurentiis, dunque, dipende tutto da Sarri. E il Napoli non ha ancora la sensazione di averlo perduto. Soprattutto, vista anche l’offerta da 3,5 milioni, non ha nessuna intenzione di perderlo. De Laurentiis e Chiavelli sono convinti che non esista allenatore più adatto per questa squadra e che un po’ di riposo e nuove prospettive possano ricaricare il tecnico, ridargli lo slancio che invece negli ultimi giorni confessa d’avere quasi perso. Serve una risposta in tempi brevissimi. Tra domani e lunedì Sarri dovrà darla.
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Il Mattino