Rubiales si dimette da presidente della Federcalcio spagnola dopo il bacio a ​Hermoso: «Non posso continuare a lavorare»

A riportarlo è il sito del quotidiano spagnolo Marca

Rubiales si dimette da presidente della Federcalcio spagnola dopo il bacio a Hermoso: «Non posso continuare a lavorare»
Alla fine Luis Rubiales si è dimesso. Il presidente della federcalcio spagnola, al centro di feroci polemiche dopo il bacio alla giocatrice della nazionale Jenni Hermoso...

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Alla fine Luis Rubiales si è dimesso. Il presidente della federcalcio spagnola, al centro di feroci polemiche dopo il bacio alla giocatrice della nazionale Jenni Hermoso senza il suo consenso durante la premiazione del Mondiale, dopo settimane di 'resistenzà dopo la denuncia della calciatrice, la sospensione per tre mesi dalla Fifa e la richiesta da parte della procura spagnola di aprire un'inchiesta per «aggressione sessuale e coercizione» nei confronti di Rubiales, stasera si è dimesso dalla sua carica nella Rfef e pure dalla vicepresidenza dell'Uefa. Dimissioni annunciate durante una intervista al giornalista inglese Piers Morgan. Poi in serata il post sui suoi profili social con una lettera nella quale spiega le sue dimissioni sottolineando «una campagna sproporzionata» nei suoi confronti. Nessun cenno su quel gesto.

Bacio Rubiales, la procura spagnola apre inchiesta per aggressione sessuale

L'annuncio

«Oggi alle 21 e 30 ho trasmesso al presidente ad interim Pedro Rocha le mie dimissioni dalla carica di presidente della RFEF. L'ho anche informato che ho fatto lo stesso con la mia posizione alla UEFA, quindi che posso essere sostituito alla vicepresidenza - scrive Rubiales - Dopo la rapida sospensione operata dalla FIFA, oltre al resto delle procedure aperte contro di me, è evidente che non potrò tornare al mio posto. Insistere nell'aspettare e aggrapparmi non porterà alcun contributo positivo né alla Federazione né al calcio spagnolo. Tra l'altro perché ci sono poteri di fatto che impediranno il mio ritorno. C'è la gestione della mia squadra e, soprattutto, la felicità che provo per l'enorme privilegio di questi più di 5 anni alla guida della RFEF. Non voglio che il calcio spagnolo venga danneggiato da tutta questa campagna sproporzionata e, soprattutto, prendo questa decisione dopo essermi assicurato che la mia partenza contribuirà alla stabilità che permetterà sia all'Europa che all'Africa di rimanere unite nel sogno del 2030 (Spagna, Portogallo e Marocco lavorano a una candidatura congiunta per il mondiale di calcio del 2030, ndr), che permetterà di portare nel nostro Paese il più grande evento al mondo».

«Devo guardare avanti, guardare al futuro - prosegue - Ora c'è qualcosa che mi impegna saldamente. Ho fiducia nella verità e farò tutto ciò che è in mio potere affinché prevalga. Le mie figlie, la mia famiglia e le persone che mi amano hanno subito gli effetti di un'eccessiva persecuzione, oltre a tante falsità, ma è anche vero che in strada, ogni giorno sempre di più, prevale la verità».

 

 

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Il Mattino