Rudi Garcia, post per il Napoli: «Voglio una squadra famelica»

Il nuovo allenatore prende casa a Posillipo

Rudi Garcia

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Posillipo. A due passi dal mare. Rudi Garcia ha scelto il suo buen retiro napoletano. E da lì ha lascito partire i suoi primi pensieri dopo il ko contro la Lazio. «È giusto provare rabbia per la sconfitta ma ripartiremo dalla prestazione del primo tempo correggendo gli errori del secondo. Rimaniamo motivati e famelici». Traccia la linea per ripartire. Il tempo per preparare la prossima sfida (in programma dopo la sosta per le nazionali a Marassi col Genoa) non manca. Ma i dubbi sul lavoro del nuovo allenatore del Napoli - assente per ragioni personali all'incontro tra allenatori di A e l'associazione italiana - iniziano a serpeggiare. 

«Il Napoli non gioca più come l'anno scorso, fa meno pressing e ha meno voglia. Ha perso determinazione. Manca Kim, un giocatore importante, ma manca soprattutto il filtro del centrocampo, cosa che la passata stagione non succedeva mai. Mi sembra inoltre che faccia girare palla più lentamente. Mi sembra un pò appagato, con momenti di grande gioco ma non è la squadra della scorsa stagione». Così Fabio Capello a Radio Anch'Io Sport su Radio Rai. «Deve riprendere la strada dell'anno scorso, e questo dipende dall'allenatore ma anche dai giocatori», ha proseguito Capello riferendosi a Rudi Garcia e alla squadra, l'anno scorso portata al trionfo da Luciano Spalletti.  

Beppe Bruscolotti è stato il capitano del Napoli e faceva parte della squadra che vinse il primo scudetto. «Ero nello spogliatoio anche l'anno successivo e ricordo che eravamo ancora più affamati dell'anno prima. Crollammo nel finale solo a causa degli infortuni e il Milan riuscì a superarci. Non c'era alcun appagamento nella squadra e onestamente non lo vedo nemmeno in questo Napoli», spiega. «Certo l'eccessiva euforia ti può togliere qualcosa, e a Napoli di euforia ce ne è stata tanta. Magari si perde un po' di concentrazione, ma anche i giocatori sono comuni mortali. A questo punto penso che la sconfitta con la Lazio possa essere anche salutare: così ci si ricompatta di nuovo il gruppo. D'altra parte Garcia è stato chiaro dall'inizio: bisogna guardare avanti e non indietro. Deve parlare con i calciatori. Come facevamo noi a nostri tempi. Ci riunivamo nello spogliatoio. Insomma: non sono preoccupato per questo Napoli». Aggiunge l'ex azzurro e a fare il coro c'è anche Pippo Pancaro che ha vinto lo scudetto nel 2000 con la Lazio. «Il pericolo dell'appagamento ci può stare, ma a me non è sembrato un discorso di motivazioni. Anche contro la Lazio il Napoli era partito molto bene». Spiega e poi aggiunte. «Per me dipende dal cambio di allenatore. Ci vuole un po' di tempo. Perché per quanto Grecia cerchi di toccare il meno possibile una macchina quasi perfetta, in fase difensiva ci sono differenze. La squadra deve apprendere tutti i principi del nuovo allenatore. Napoli Ma nel complesso mi è sembrata una squadra super motivata che è ripartita con la ferma volontà di difendere lo scudetto». 

Anche Fulvio Collovati ha le idee chiare sul momento del Napoli. «Non l'ho visto appagato. Sta facendo un po' di rodaggio. Quando vinci ti viene ancora più voglia di rivincere. Se arrivi terzo, quarto o quinto non ti va giù. D'altra parte abbiamo visto il Napoli nelle prime due gare con Frosinone e Sassuolo e abbiamo pensato tutti che fosse ancora la favorita. Ora dopo, una sconfitta, non si può dire che il contrario». A questo punto serve dare una lettura a quanto accaduto con la Lazio. «Kvara credo sia ancora un po' in ritardo di condizione e di conseguenza la fascia sinistra non è al top. Così come Anguissa che viaggia su ritmi più lenti. Ma aspetterei la fine del girone di andata per dire qualcosa in più». E poi c'è il discorso legato alla guida tecnica. «Dopo Spalletti credo che chiunque avrebbe avuto difficoltà. Ti devi confrontare con un gruppo di calciatori che giocano a memoria. Detto questo, il Napoli crea. Forse senza Kim ci vuole più attenzione sul le palle lunghe, ma sono cose che col tempo vanno a posto. Per me rimane tra le favorite». A proposito di adattamento, dal ritiro della Slovacchia Lobotka ha detto la sua. «Giochiamo in modo diverso. Ogni allenatore ha il suo stile, bisogna abituarsi, anche perché le altre squadre si sono rinforzate e sarà difficile difendere lo scudetto». 

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Il Mattino