Mezzaroma lancia la carica: «Salernitana rinasci, via dalle sabbie mobili»

Mezzaroma lancia la carica: «Salernitana rinasci, via dalle sabbie mobili»
Strategia chiara adesso, parola di presidente: «Togliersi dalla testa gli errori arbitrali eduscire fuori dalle sabbie mobili di classifica con le proprie forze». Questo il...

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Strategia chiara adesso, parola di presidente: «Togliersi dalla testa gli errori arbitrali eduscire fuori dalle sabbie mobili di classifica con le proprie forze». Questo il succo del messaggio che la viva voce di Marco Mezzaroma ha portato in questi giorni ai calciatori della Salernitana, uno per uno.




Dopo le chiamate rassicuranti del diesse Fabiani agli uomini più rappresentativi dello spogliatoio al termine della dodicesima giornata che ha consegnato il settimo turno consecutivo senza vittorie, anche il co-patron ha trascorso il weekend al telefono per (provare a) motivare i giocatori in vista della ripresa degli allenamenti. Tra un click e l’altro su Facebook, dove nel weekend aveva dialogato (non senza polemiche) a colpi di status e commenti con i tifosi.



Dagli smile di Salernitana-Casertana, le faccine su Whatsapp di tutto l’ambiente sono un po’ cambiate. E dire che il tempo c’era tutto, forse, per allestire una rosa numericamente e fisicamente più pronta ad affrontare i momenti di difficoltà.

Ieri il gruppo ha fatto quadrato al campo Volpe, con lo sprone della proprietà giunto il giorno prima.



Mentre Lotito masticava amaro nel day after per la sconfitta nel derby e l’episodio discutibile a svantaggio della sua Lazio, (il rigore concesso alla Roma per un fallo fuori area, nda), Mezzaroma si travestiva da psicologo, anche se a distanza. La società ha avvertito lo scoramento che regna nel gruppo granata, ha recepito anche i segnali – diretti e indiretti – di una squadra che non vede premiati i propri sforzi e ravvisa difformità di giudizio da parte dei fischietti di turno.



«I primi ad essere consapevoli dei nostri errori siamo noi e ne siamo dispiaciuti, presidente. Ma vediamo che al primo sbaglio siamo ripetutamente puniti mentre, per approfittare delle disattenzioni altrui, ci servono come minimo sette, otto tentativi. La cosa fa male, dobbiamo lavorare», sarebbe stata la risposta della maggioranza dei calciatori alle sollecitazioni della proprietà. Pensiero comune, «siamo sfigati».



Anche un po’ disattenti, la fortuna va conquistata.


È la serie B, signori. Quel «campionato lungo, tosto, insidioso, fatto di squadre fresche che aggrediscono e non perdonano», che si prefigurava nei giudizi (all’apparenza anche un po’ banali e uniformati) forniti a inizio stagione dagli addetti ai lavori di più ruoli, colori e bandiere. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino