Ieri la Serie A, oggi pomeriggio l'assemblea straordinaria della Lega B. In mezzo l'incontro tra il ministro dello sport, Vincenzo Spadafora e i rappresentanti delle varie...
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LO SCENARIO
Tutto è ancora in alto mare, insomma, nonostante la sorprendente unanimità registrata dai presidenti della massima serie che proprio ieri si sono detti disposti a finire il campionato, previa naturalmente autorizzazione del Governo e nel rispetto di tutte le rigide misure di sicurezza previste nel caso in cui il pallone torni finalmente a rotolare. Sorprendente perché fino a poco tempo fa tanti di loro si erano comunque detti contrari. Lo stesso si è verificato anche in cadetteria e potrebbe accadere anche oggi. Al tempo. Nel primo pomeriggio (ore 14.30), i rappresentanti dei 20 club di B dovrebbero affrontare sebbene non sia all'ordine del giorno l'argomento di più scottante attualità: la ripresa o meno del torneo cadetto e in quali possibili forme. Ma soprattutto si esprimeranno sulle determinazioni della Figc, in ossequio al protocollo redatto la settimana scorsa dalla commissione medico scientifica della stessa Federazione per la tutela di calciatori e addetti ai lavori in caso di ripresa degli allenamenti e successivamente del campionato cadetto. Facile immaginare che molte delle determinazioni dell'assemblea cadetta saranno figlie di quanto partorito dai colleghi della massima serie e anche dalle indicazioni che sono arrivate, arrivano e arriveranno dal Governo e dal ministro dello sport, Spadafora.
I NODI
Rispetto alla massima serie, però, la B potrebbe lamentare qualche difficoltà in più nel rispettare il protocollo della commissione medico-scientifica della Figc già in tema di ripresa degli allenamenti. Per oggettive carenze strutturali oltre che economiche. E poi ci sono le posizioni divergenti di alcuni presidenti della B sulla possibile ripresa del campionato. Fino ad oggi si sono fatte ipotesi, suggestioni, supposizioni. E, come detto, c'era chi si era schierato per la ripresa, chi per l'attesa e chi invece aveva aderito al partito dell'«indulto». La Salernitana dal canto suo resta in attesa, propende per la ripresa del campionato e si è già attrezzata per rispettare le linee guida della commissione medico scientifica in caso di ripresa degli allenamenti. Il club dell'ippocampo sposerà le disposizioni che arriveranno dalla stanza dei bottoni. L'idea del club è quella di concludere la stagione agonistica, se possibile riprendendo da dove si ci era fermati (nel caso della Salernitana dalla sconfitta di misura al Curi di Perugia con altre 10 partite da giocare). L'unica cosa certa nel caso in cui davvero il pallone torni a rotolare è quella della disputa delle partite a porte chiuse. Poi c'è anche l'ipotesi tutt'altro che peregrina di giocare soltanto al Sud, per via dei maggiori contagi che invece si sono registrati al settentrione. Singolare ai tempi del coronavirus anche la posizione della classe arbitrale. Per evitare lunghi trasferimenti dei fischietti, infatti, alla Salernitana potrebbero toccare arbitri della stessa regione in cui si disputa il match.
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Il Mattino