Da incognita a uomo in più: il 4-3-3 che esalta Gabionetta

Da incognita a uomo in più: il 4-3-3 che esalta Gabionetta
Tre punti per sognare, tre punti per (ri)cominciare. Inizio migliore per Salerno e la Salernitana era oggettivamente difficile da immaginare. ...

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Tre punti per sognare, tre punti per (ri)cominciare. Inizio migliore per Salerno e la Salernitana era oggettivamente difficile da immaginare.


La vittoria nell’atteso derby dell’Arechi, quasi uno spauracchio piazzato lì, come era, alla prima giornata, ha spalmato ottimismo a tutti i livelli. Dalla proprietà alla tifoseria, passando per lo staff tecnico e la squadra, i tre punti conquistati con pieno merito nella gara inaugurale della stagione, hanno fatto bene. Tanta roba. Ma è solo l’inizio e dunque, smaltita l’euforia tanto legittima quanto necessaria, occorrerà fare tesoro delle indicazioni, positive e negative, emerse nel corso dei novanta e passa minuti della gara d’esordio.



Il successo nel derby ha proposto, finalmente, indicazioni positive da un punto di vista tattico. Rispetto alla banda di solisti della passata stagione, una squadra ricca di talento ma sprovvista di un vero copione tattico, la Salernitana messa in campo da Torrente ha giocato, appunto, da squadra. Non è tanto la vittoria a certificarlo, quanto la continuità di rendimento avuta nel corso della gara. Non essendo una squadra costruita per tenere palla, fare gioco e dettare i tempi della partita, la Salernitana ha sfruttato come meglio non poteva le caratteristiche dei singoli, il tutto, però, in un contesto tattico finalmente organizzato.



La trasformazione di Gabionetta, l’uomo del derby, è sintomatica. L’anno passato il brasiliano era un’incognita, talento puro capace di accendersi e spegnersi con la stessa facilità. Guizzi e pause, più pause che guizzi, croce e delizia, più croce che delizia. Quest’anno il carioca è un altro. Sempre in partita, sempre acceso e motivato, capace di far male all’avversario ma anche di sacrificarsi per il collettivo. Merito di Torrente che ha saputo toccare le corde giuste ma anche merito di una formula tattica in grado di esaltarne le caratteristiche.



Bene Gabionetta, bene anche Donnarumma sul versante opposto. Torrente ha voluto a tutti i costi l’attaccante ex del Teramo ma non per piazzarlo al centro del reparto come aveva fatto e benissimo in Abruzzo, ma per riportarlo alle origini, quando a Gubbio lo impiegava da esterno; succederà spesso nel corso della stagione, anche perché Donnarumma ha gambe e cuore per sostenere il peso. Da rivedere Eusepi, incoraggiante l’approccio di Coda, ancora in ritardo di condizione ma in possesso di numeri importanti, da centravanti vero. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino