Esposito da Castellammare all'Italia: «I miei tre figli tra sacrifici e gol»

Esposito da Castellammare all'Italia: «I miei tre figli tra sacrifici e gol»
Tre. Il numero perfetto. Lo sa bene Agostino Esposito, ex calciatore della Primavera del Napoli, ex allenatore della Juve Stabia, ma soprattutto papà del trio...

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Tre. Il numero perfetto. Lo sa bene Agostino Esposito, ex calciatore della Primavera del Napoli, ex allenatore della Juve Stabia, ma soprattutto papà del trio Salvatore-Sebastiano-Pio Esposito, i tre fratelli che sembrano aver già tracciato una linea (retta) nel futuro del calcio italiano.

Nell'anno del rilancio del soccer tricolore, la scelta del cittì Roberto Mancini di lanciare in Nations League il debuttante Salvatore Esposito in azzurro, contro l'Inghilterra, ha acceso definitivamente i riflettori sulla famiglia, ma anche sulla città di Castellammare. Dopo Quagliarella, e l'exploit in Sudafrica, l'attuale titolare della porta Azzurra, Gigio Donnarumma, con Sebastiano già titolare nell'under 21, e Pio, bomber dell'under 17, sembra davvero che la città delle acque sia destinata ad essere culla del calcio italiano... che verrà.

Dal campetto polivalente di Piazzale Tibullo nel quartiere Cicerone a Castellammare al Molineux di Wolverhampton è stato come riavvolgere il nastro di una vita sui campi verdi inseguendo un pallone. «Beh, per noi genitori, ma anche per i fratelli, vedere Salvatore in campo per la sua prima volta in Nazionale e stato davvero incredibile - così il papà Agostino - aveva partecipato allo stage, chiamato dal ct Mancini insieme al fratello Sebastiano, e siamo felicissimi che sia arrivata la sua grande occasione dopo tanti anni di sacrifici a spasso per tutta Italia. Come genitori non possiamo che essere orgogliosi dei nostri ragazzi e per quanto stanno facendo in questi anni. Hanno la testa sul collo, sanno che nel calcio nessuno regala nulla, e che solo con il lavoro, la passione, e l'impegno, si possono raggiungere i traguardi. E la prima gara in Nazionale di Salvatore ne è un esempio».

Cresciuti alla scuola del «fabbricante di portieri» Ernesto Ferraro, al Club Napoli di Castellammare, Salvatore, Sebastiano e Pio furono notati da Sergio Clerici nel giorno del provino che portò Donnarumma al Milan, che li volle portare al Brescia insieme a tutta la famiglia.

Il papà Agostino ebbe modo di entrare nello staff tecnico delle giovanili delle rondinelle, mentre i tre fratelli ebbero modo di crescere fino alla grande chiamata da parte dell'Inter che puntò su di loro partendo proprio dal settore Giovanile. «Erano dieci giorni che non dormivo - queste le parole di Salvatore dopo la prima in azzurro -. A parte Gigio che conosco da ragazzo, ho potuto allenarmi e giocare con ragazzi che fino alla scorsa settimana sceglievo per le partite alla Playstation. Quando ho visto De Rossi, poi, mi tremavano le gambe. Un sogno? Una favola? Non credo ci siano altri modi per descrivere quello che ho provato».

Per lui le esperienze al Ravenna, poi al Chievo Verona, fino alla Spal, che detiene oggi il suo cartellino e di cui è titolare in serie B. Il fratello Sebastiano, invece, ha avuto addirittura l'opportunità dell'esordio in Champions e in serie A al fianco del nerazzurro Lukaku. Dopo un anno al Basilea, dove è approdato dopo aver vinto il campionato cadetto con la maglia del Venezia, è tornato all'Inter, e potrebbe diventare uno dei punti fermi della squadra di mister Inzaghi. Infine il più piccolo di famiglia, Pio, bomber con oltre venti reti che lo hanno portato alle finali scudetto e all'Under 17 di Corradi.

Tifosissimi della Juve Stabia, sono stati spesso ai bordi del Menti a seguire le gesta dei propri idoli in gialloblù (Salvatore anche avversario con la Spal). Intanto l'esordio in Nazionale, potrebbe aprirgli le porte della serie A, un altro meritatissimo traguardo per il giovane stabiese. Aspettando i fratelli, magari per uno storico tris...

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Il Mattino