Inviato a Figline Valdarno - È un paese, il paese di Sarri, di fiorentini e juventini. Ma per colpa sua, è pure un paese di fiorentini e juventini costretti a fare...
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C 'è una soddisfazione contenuta al paese di Sarri, dove il tecnico azzurro da 48 ore è tornato in attesa dell'incontro con De Laurentiis. Il Sarri day è pronto: nel bar di Agostino, nel cuore di Figline, hanno in mente persino la torta con lo stemma della Champions che Il Secco in persona dovrà tagliare. Poi ci sono le maioliche nuove di zecca su cui il titolare ha fatto mettere l'autografo ai vari Higuain, Mertens e, ovvio, Sarri. Chiaro, i mattoncini sono bianchi e azzurri. Mentre gli sgabelli, anche loro odorano di nuovo, sono verdi, bianchi e rossi. «Noi al coso (sta per scudetto, ndr) abbiamo creduto quasi fino alla fine». Sulla data del Sarri day attendono il semaforo verde proprio dell'allenatore azzurro che, al momento, in giro si fa vedere, certo, ma con parsimonia. E che ha messo un freno alla festicciola.
«Se il presidente vuole gli metto a disposizione anche la saletta qui, basta che faccia presto», dice Agostino Iaiunese, originario di Casal di Principe che del club Napoli Sarri è il presidente onorario. In ogni istante, pare che Sarri sia lì per lì per passare. Ma il tecnico preferisce starsene nel suo riservatissimo eremo di Vaggio. Anche perché non ce ne sta uno che non gli ponga il fatidico quesito. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino