Una vita passata tra carte ad una scrivania, poi la scelta di passare definitivamente dagli uffici al campo. Anzi, alla panchina. La storia di Maurizio Sarri la conosciamo ormai...
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«Oggi lo vedete con la tuta, ma quando lavorava con voi vestiva sempre tutto di nero in maniera impeccabile. Entrò in banca lavorando all'ufficio estero, non aveva tanta esperienza, ma già alla fine del primo anno raccolse più risultati di tutti», il racconto. «Sembra un burbero, ma è molto simpatico e questo con i clienti faceva la differenza. Al primo colloquio che avemmo fumava così tanto che non lo vedevo più».
Poi la telefonata, perché Aurelio e Maurizio non sono ormai colleghi da molti anni ma si sentono regolarmente prima delle partite. Un po' rito scaramantico, un po' mossa per stemperare la tensione accumulata durante la settimana. «Sono venuti a chiedermi di te, gli ho detto che come bancario eri meglio che da allenatore», scherza il direttore. «Gli ho confessato anche che quando smetti di allenare torni qui con me», «Si, ma senza lavorare», ribatte un divertito Sarri dall'altra parte della cornetta. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino