Non solo Mertens-Insigne. Da quest'anno il duello è anche là davanti per il ruolo di faro, ora che la luce di Higuain si è spenta e illumina altrove....
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Una rivalità sul filo del gol, quella tra Milik e Gabbiadini: difficilmente Sarri li metterà uno al fianco dell'altro dal primo minuto, magari capiterà con la partita in corso, in casi estremi. Dunque meglio farci l'abitudine alla staffetta in attacco, tra i due. Ieri a Castel Volturno c'era solo il polacco, reduce dalla gara con la nazionale e le critiche dei tifosi e della stampa del suo Paese per due gol divorati nel corso della gara col Kazakistan. Gabbiadini è arrivato a Napoli solamente in tarda serata e quindi si aggregherà alla squadra a partire da oggi.
Ventura lo ha portato con sé nella nuova Italia, ma al momento nelle gerarchie azzurre è l'ultimo della lista dietro Pellé, Eder e Immobile. Ecco il primo dilemma di Sarri: a Palermo chi giocherà dei due? E poi a Kiev? Un tormentone, c'è da giurarci. L'anno scorso non c'era mai un dubbio: in campo andava sempre Higuain, a meno che il Pipita non decideva di mettersi da parte. Da solo. Manolo ha fatto il titolare in serie A solo a Empoli e Pescara e poi quando l'argentino è stato squalificato. Condannato al ruolo di scudiero. Ma al momento se c'è un Napoli 1 di questo fanno parte Milik e Mertens.
Povero Gabbiadini: zitto e corri è il suo destino. E dentro un rumore sordo, quello dell'amarezza per un ruolo di gregario che a Manolo ha fatto perdere la Nazionale e l'Europeo. Milik, invece, è un furbacchione: con l'Ajax, in Eredivisie, ha giocato da prima punta e ha segnato 21 gol; con la Polonia, da seconda punta, perché al centro dell'attacco c'è un tal Robert Lewandowski e lui non è tipo da puntare i piedi pur di fare il titolare. Difficile che, visto il clima di rivalità, i due vadano sottobraccio, anche perché al momento Milik sembra avanti a Gabbiadini nelle gerarchie d'attacco del tecnico napoletano.
Milik ha già fatto due gol, alla prima occasione, con il Milan. Gabbiadini a Pescara non è riuscito a costruirsi il pezzo di gloria dopo i gol nelle gare amichevoli di agosto: non perché non voglia farsi avanti ma proprio perché non ce la fa a inventarsi uno spazio, un corridoio dove trascinare la bandiera. Sarri lo sta costringendo a lavori straordinari pur di riuscire ad ottenere da lui quello che vuole: un lavoro da prima punta vera. Doveva e (forse) voleva andare via. È rimasto e ora non c'è più tempo per tutto il resto. Milik ha un altro tipo di sfrontatezza e quell'audacia che a pelle contagia e fa sembrare tutto a portata di mano. Ed è per questo che piace già alla gente di Napoli. Più di Gabbiadini.
Sarri non ha problemi a gestire le rivalità: è convinto che da questa situazione possano guadagnarci entrambi. E che soprattutto possa guadagnarci il Napoli. Così come tra Mertens e Insigne, sapendo bene che al momento è il belga quello che sta meglio. Anche nello spirito. Lorenzo fa fatica a mandare giù la staffetta. Soprattutto quando è lui a dover ricevere il testimone: tra i due poco affetto e pochissime smancerie. Anzi, quasi nessuna. Il belga ha iniziato meglio la stagione ed è evidente che a Palermo parta lui in vantaggio rispetto a Insigne. Così come per la gara in Ucraina, esordio in Champions della stagione.
Eccole, dunque, le sottili gerarchie sul filo del gol di questa stagione con Mertens e Milik in vantaggio rispetto ai due italiani. Insigne, come sempre, è costretto agli straordinari, a dover dimostrare di meritare il Napoli e il ruolo da protagonista: da sempre divide, reagisce, sorride, bacia la maglia e qualche volta, manda tutti a quel paese perché è quello che fa più fatica a mandar giù le critiche.
Lorenzo e Dries. Arkadiusz e Manolo. Diverse generazioni, ma tutti di fenomeni. Oggi tutti e 4 saranno finalmente di nuovo assieme, perché anche il belga rientra da Cipro dopo l'ultima gara del Belgio giocata per le qualificazioni a Russia 2018. Ecco, cosa hanno in comune: la voglia di prendere parte al Mondiale tra due anni. Con Insigne, che come sempre, ha la strada in salita per colpa di quel 3-5-2 di Ventura che non sembra essere congeniale alle sue caratteristiche. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino