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Dopo anni turbolenti e litigi, i rapporti tra la Ssc Napoli di patron Aurelio De Laurentiis e il Comune guidato dal sindaco Gaetano Manfredi si sono rasserenati. «Si fa tutto per lei», cioè per Napoli: il grido di battaglia di mister Luciano Spalletti sembra essere lo spartito giusto per creare nuove sinergie. In questa cornice arriva a De Laurentiis da un lato l'appello del Consiglio comunale a mettere a disposizione i campioni azzurri per una campagna «di sensibilizzazione» perché nel preparare l'agognata festa scudetto non si imbrattino i monumenti. E dall'altro Manfredi che annuncia «un Maradona più moderno e funzionale per la società» e che lancia un invito al patron nemmeno tanto velato: diffondere insieme il calcio tra i giovani e soprattutto in periferia. In definitiva un patto per lei.
Ma procediamo con ordine, cioè dal Consiglio comunale. Nella lettera appello firmata dalla presidente Enza Amato spedita a De Laurentiis - tutta l'Assemblea cittadina senza nessuna differenza tra colori politici l'ha approvata - si chiede al presidente «di promuovere una campagna di sensibilizzazione della cittadinanza da parte dei calciatori del Napoli affinché vengano evitate quelle espressioni creative dedicate alla squadra che rischiano di sporcare la città, garantendo sin da subito la disponibilità di questa amministrazione a supportare, con tutti gli strumenti possibili, il desiderio di creatività della Città di Napoli e ad accompagnare ogni proposta di installazione artistica conforme alle disposizioni in materia di tutela del paesaggio urbano e del suo patrimonio storico, artistico e monumentale».
Sulla Gazzetta dello Sport, invece, Manfredi entra nel merito della festa: «Celebrazioni - dice l'ex rettore - non solo in piazza Plebiscito, ma pure a Scampia e in altri quartieri della città. Idea condivisa con la società e la Prefettura perché tutti possano godere di quella giornata». Per poi ribadire: «Ristruttureremo il Maradona, ora i rapporti con De Laurentiis sono di grande collaborazione nel rispetto dei ruoli. Il nostro obiettivo è una squadra forte e anche che il calcio sia diffuso fra i tanti campetti di periferia. Per avere così da una parte un Maradona moderno, dall'altra il rafforzamento di tutto il sistema calcio dei quartieri». Insomma passata la sbornia - si spera di una doppia festa - patron e sindaco si metteranno alla scrivania per discutere del futuro. C'è da rinnovare la convenzione per la gestione dello stadio, ma soprattutto programmare la Napoli e il Napoli dei prossimi 10 anni che devono viaggiare insieme.
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