Scudetto al Napoli, rinasce Forcella: «Il rione unito dall'azzurro»

Donazioni porta a porta per vestire tutta d'azzurro la storica zona

Forcella in festa
Trent'anni fa il primo e il secondo scudetto del Napoli. Oggi il terzo. In mezzo un quartiere che svela una vita diversa. «Trent'anni fa - racconta Rosario, un...

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Trent'anni fa il primo e il secondo scudetto del Napoli. Oggi il terzo. In mezzo un quartiere che svela una vita diversa. «Trent'anni fa - racconta Rosario, un passato difficile, che ha fatto i conti con la giustizia ed oggi è chef di un ristorante-pizzeria - girava il soldo. Maradona era di casa. La rivista Bolero fotografava i giocatori che si affacciavano dai balconi, con i cantanti e la festa di piazza. Nel pieno di Forcella una torta gigante, poi banchetti per mangiare. Carne, vino. Quella sera fu vissuta come una festa senza fine e quando mi ritirai a casa, dopo due giorni, ancora ricordo stampato lo schiaffo di mia mamma. Non c'erano i telefonini per avvisare».



Trent'anni fa girava il soldo. «Oggi tutto quello che vedete sono i sacrifici della gente come noi che si alza la mattina per lavorare». La pizzeria si chiama il Miracolo. È quella che ti accoglie tra la chiesa di San Giorgio e il murale di San Gennaro. Due opere d'arte, e Gennaro che nel 2018 ha rilevato il locale chiuso, rivendica con orgoglio. «Anni fa noi di Forcella pensavamo che dinanzi il vicolo fosse eretto un muro immaginario. Chi arrivava da Spaccanapoli attraversava via Duomo e scendeva a destra o saliva a sinistra. Nessuno andava di fronte».

Oggi, a raccontarla quella strada, di fronte è una esplosione di bandiere, striscioni, visioni irriverenti, sciarpette, decorazioni. Il luna park dell'azzurro. I turisti fanno le vasche tra la Forcella giù e la Forcella su. Santa Agrippina, gioiello gotico chiuso dal 2012 divide le due "città". Una volta era l'appartenenza di famiglia che le teneva distinte. Ora è sempre il su e giù: la Forcella alta e la Forcella bassa. Forcella, Yupsilon, perché qui aveva dimora la scuola greca di Pitagora con i filosofi che disquisivano del senso del mondo. «Questo scudetto sta facendo rinascere il quartiere» racconta Andrea, sacrestano della chiesa di San Giorgio, un pozzo di scienza capace di raccontare senza batter ciglio la storia del quartiere dai greci fino alle reggenze "che non ci sono più" ed il terzo scudetto. E lui anche il custode del San Giorgio e il Drago di Aniello Falcone datato 1645 nascosto da una tela del D'Elia. «E il San Giorgio - continua - è raffigurato con il vestito blu. Il Napoli si tifa in questa chiesa dal 1600».


Forcella alta e Forcella bassa. «I commercianti sono nella parte alta. Qui la colletta l'hanno fatta la vecchietta che vuole dare due euro, il disoccupato che ne voleva dare venti e non lo abbiamo accettato, così come tante altre persone che ci stanno aiutando del quartiere». L'orgoglio è di Tracy mentre davanti alla storica pizzeria e' Figliole monta gli striscioni tra balcone e balcone. «Una colletta nata con il panariello, balcone per balcone, persona per persona. Lo sport ha unito le persone. Sapevamo che nella Forcella di su si organizzavano gli striscioni. Cosa che non è mai accaduto nella Forcella di giù. Oggi è differente e lo dico con le lacrime agli occhi. Io sono del Vomero, sono venuta a Forcella per amore ed ho trovato un quartiere differente». Il muro è caduto e lo scudetto del Napoli è il simbolo di una nuova rinascita».

Gioba, al secolo Giovanni Barone è del comitato rinascita di Forcella. È lui il Virgilio di questo viaggio. «Lentamente le cose stanno migliorando, le persone ci sono vicine. Peccato solo che le istituzioni mettono i bastoni fra le ruote a molte iniziative del Quartiere. Ho solo paura che dopo lo scudetto tutto questo finirà». Il flusso dei turisti e costante e continuo. I negozi fanno affari ora con il gadget, ora con la pizzetta. I fatti sembrano dargli torto. Siamo a un punto di non ritorno. Il terzo scudetto di Forcella è un tuffo nel futuro non dimenticando il passato.

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Il Mattino