Non potendo, per ragioni a noi ignote, impartire lezioni di bel giuoco come invece abitualmente amano fare, ieri sera, sul palcoscenico calcistico più prestigioso...
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È questo, al momento, l’unico insegnamento possibile che appare derivabile da una partita che definire raccapricciante è poco. Per capire la situazione, basti pensare che ieri sera l’unico calciatore di proprietà del Napoli che si è salvato è stato Zuniga. Ovunque si trovasse, a Miami o in Colombia, a farsi i tuffi o i selfie con la mugliera, Zuzzù ha dato sicuramente prova di una migliore tenuta atletica e tattica. Confusi, disordinati, inzallanuti, scumbinati: così invece i guerrieri di Sarri si sono presentati all’appuntamento con lo Shakhtar, pronto invece ad attenderli con il coltello in mezzo ai denti e tremila contropiedi in mezzo al campo. A peggiorare la situazione, la partenza da titolare di Milik. Mo’, non è che sia stato direttamente lui a ingenerare il panico: il fatto che giocasse con noi e non con loro e in particolare nel ruolo di centravanti era a tutti abbastanza chiaro (pare) ma è innegabile che senza Ciro Mertens il Napoli perda entusiasmo e identità. Callejon si deprime, Hamsik si rifiuta di crossare e Reina addirittura abbandona il posto di lavoro in preda a una crisi isterica. È bastato poi l’ingresso in campo sia pur tardivo del diavulillo per far conquistare al Napoli un poco di anima e curaggio e, soprattutto, un rigore, trasformato poi in un preziosissimo gol in trasferta da Milik.
Mertens è una via di mezzo Attila e re Mida: dove passa lui non crescono più difensori avversari e ogni pallone che tocca diventa occasione da gol. Ora, è chiaro che pure Milik deve giocare e l’alternanza tra i due è alla base del libero mercato dei voti del fantacalcio e però dico io, proprio in Ucraina, dove la squadra più innocua tiene il nome di una supposta dovevamo fare questo esperimento? E jamm!
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Il Mattino