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Lo sciamano ha fatto lezione di tecnica e di tattica ai futuri allenatore della serie A. Professore per un giorno a Coverciano, in attesa da oggi di tornare a insegnare calcio al suo Napoli. Tutto alla maniera di Spalletti, tra discorsi seri e racconti ironici. D'altronde, tra gli alunni c'erano De Rossi e Aquilani, freschi suoi calciatori ai tempi della Roma. «E loro possono dirvi se le mie esercitazioni sono utili oppure no». Pennello in mano (gli piace, c'è poco da fare), la lavagna con i fogli ed eccolo lì a disegnare movimenti, tratteggiare passaggi e improvvisare spazi che vengono occupati. Lui è tra i veterani della serie A e non è un caso che la sua lezione abbia visto la sala strapiena. Una docenza che per due ore che ha toccato molti aspetti della sfera di competenza di un tecnico, da quello più tattico alla gestione del gruppo, fino agli aspetti comunicativi (di cui, in verità, non è che brilli in maniera particolare). Subito dopo la lezione, ha visitato il museo del calcio, con Matteo Marani, presidente della Fondazione. Con foto alla teca che conserva la maglia di Maradona di Spagna 82, quella che ha indossato nella gara con l'Italia al Sarria di Barcellona. Unica maglia non azzurra ospitata nel museo di Coverciano.
Dunque, a poche ore dalla partenza per la Turchia, ecco che il Napoli svela il piano di dicembre. Sia solo in parte: oggi il ritrovo per tutti a Castel Volturno e domani partenza per Antalya: sul volo per la Turchia non si imbarcherà Aurelio De Laurentiis.
Spalletti vuole che fin da subito la squadra inizi a trovare la concentrazione. Sono tanti 35 giorni di distanza dalla gara con l'Inter ma bisogna arrivarci nella stessa maniera con cui si è finita la stagione. Il viaggio in Turchia è stato voluto da Spalletti, non solo per le ragioni climatiche ma anche perché vuole che la squadra stia concentrata sui prossimi impegni. In un ritiro che il club azzurro vuole blindato. Con allenamenti chiusi al pubblico (dunque, inutile per i tifosi spostarsi in costa turchese sperando di poter vedere i propri beniamini come succede a Dimaro oppure a Castel di Sangro). Ma qui c'è in palio il futuro: Sinatti ha definito già nei dettagli tutto il lavoro da svolgere durante la permanenza in Turchia. Non teme cali di forma ma in ogni caso prevede un richiamo a secco fin dalle prime ore.
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Il Mattino