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I gol, quando c’è lui, non mancano mai. Più di 1,6 in media a partita nelle oltre 900 gare allenate nell’ultimo ventennio. Luciano Spalletti non è uno che si tira indietro: le sue squadre - dal Venezia dei primi ’00 fino all’ultima Inter - hanno sempre provato a imporre un gioco offensivo, fatto di tagli e velocità, di giri alti del motore. E tutte sono state attraversate da un fil rouge che fa la differenza: il numero 9.
Non ha mai disdegnato i bomber Luciano, che oggi sembra a un passo dalla panchina del Napoli, dove troverebbe un fiore tutto da far sbocciare come Victor Osimhen. La liason tra il toscano e gli attaccanti nasce a Venezia vent’anni fa: in un anno tormentato come quello 99-00, i neroverdi retrocedono ma per tutta la stagione si attaccano alla vena realizzata di Pippo Maniero, bomber di provincia che segnerà 11 (e poi purtroppo inutili per la salvezza) gol in un 4-4-2 disegnato da Spalletti sull’attaccante di Legnaro. Meglio andrà all’Udinese, dove l'allenatore modella il talento di Iaquinta: nell’ultima stagione friulana, il poi futuro campione del Mondo segnerà 15 gol, stravolgendo il 3-4-3 di partenza per quei primi lampi di 4-2-3-1 che renderà famoso Spalletti.
A Roma gli esperimenti del toscano finiscono, ma se Totti si trasforma in un falso nove il nove vero c’è e si chiama Mirko Vucinic: il montenegrino diventerà protagonista con Spalletti fino ai 17 gol segnati nel 2008/09 che ne faranno uno dei migliori in Europa. Caratteristiche diverse, ma talento innegabile, anche per Hulk, il brasiliano che Spalletti si ritrova in Russia e rende terminale ideale per il 4-2-3-1 confezionato per lo Zenit.
Il vero capolavoro arriva nella seconda Primavera romana del 2016/17. Stavolta non c’è nulla da inventarsi, basta mettere Edin Dzeko nelle condizioni migliori: il bosniaco segnerà 39 gol con Spalletti in panca, migliorando le medie fatte registrare tra Wolfsburg e Manchester City. 29 sono invece quelli che segnerà Mauro Icardi al primo anno col toscano, chiudendo con 17 reti nel 2018/19 prima dell’addio al nerazzurro. Ora la sfida per Spalletti si chiama Osimhen: i 10 gol al primo anno in A saranno il trampolino di lancio per le mani di Luciano?
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