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La qualificazione agli Europei 2024 è l'ultimo traguardo raggiunto da Luciano Spalletti, che è subentrato a Roberto Mancini nella guida dell'Italia. Il commissario tecnico si è dimostrato da subito molto aperto ai nuovi talenti della Serie A, come ha affermato lui stesso nell'intervista a Rai 2 per uno speciale «Un anno di sport». Il tecnico ha parlato del suo ruolo e dei giocatori che sono sotto la sua lente d'ingrandimento: «l mio ruolo ha connotati di rabdomante. Il mio dovere è guardare, osservare, scoprire tutto ciò che può fare esultare la gente. Sono venuti fuori Kayode, Ranieri, Koleosho, Casadei che avevamo nel mirino da un po'. Bove è oramai una certezza, mi è piaciuto nell'ultimo periodo l'atteggiamento di Lucca, e poi Prati, Calafiori che è una certezza a sinistra e al centro, ed è pronto per la nazionale».
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Sullo Scudetto del Napoli
Il tecnico è tornato a parlare anche dello Scudetto vinto con il Napoli e la qualificaizone a Euro2024: «Il primo è stato un memorabile viaggio collettivo su binari del sogno e della follia: sembrava impossibile anche nei sogni.
«Superlega? La gente sceglie il calcio che appassiona di più»
«Gli italiani ci trasmetteranno amore e senso appartenenza all'Europeo, è anche per loro che non dovremo risparmiarci neanche un centimetro». Questa l'idea di Spalletti sui tifosi italiani, che nei giorni scorsi hanno visto il mondo del calcio tremare per il progetto della Superlega: «È il frutto di un mondo in cui si sta perdendo lo stupore di Davide che batte Golia. Stiamo perdendo i buoni odori e sapori di un tempo, quelli della terra, della tradizione - ha affermato l'allenatore di Certaldo - della gente in festa attorno a una bandiera. È come se il domani fosse tutto da inventare e scritto dalle regole dei potenti». Spalletti, infine, ha concluso: «Qualcuno vuole imporre quale sia l'unico calcio da guardare, non hanno caputo che finchè ci sarà un pallone e spazio per due porte la gente continerà a scegliere il calcio che più la appassiona».
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