Next Gen alla riscossa? Lunedì cominciano gli US Open e alla vigilia dell'ultimo Slam della stagione la domanda torna puntuale: sorgerà il sol dell'avvenire?...
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ESTATE DA SOGNO
«Sapevo di poter vincere un Masters 1000, ma uno Slam è diverso. Finora non ho mai raggiunto neppure i quarti di finale», ha sottolineato il moscovita classe 1996 per provare a spegnere gli entusiasmi. Tre finali consecutive sul cemento di Washington, Montreal e Cincinnati sono un serbatoio di fiducia inesauribile e Medvedev grazie al trionfo nell'Ohio ha riportato la Russia nella top five dopo 9 anni. Se i connazionali Khachanov e Rublev hanno trovato la loro dimensione in Spagna, lui ha scelto la Costa Azzurra. Dei tre, è quello che incarna meglio la follia russa: nel 2016 fu squalificato a un challenger per presunti insulti razzisti, poi a Wimbledon lanciò una monetina in direzione della giudice di sedia, come a metterne in dubbio l'integrità. E pensare che l'aspetto sembra pacioso, quasi dimesso. Interpreta un tennis moderno con un servizio che spacca: non esalta, ma ha le carte in regola per diventare l'anti-personaggio del futuro. Tutto il contrario degli strombazzati Zverev e Tsitsipas: pochissima vita social, è già sposato nonostante la giovane età.
RIMANDATI
Dentro la crisi di Zverev c'è un servizio che non funziona più: il tedesco dal Roland Garros in poi ha inanellato 153 doppi falli in 18 apparizioni con una media di 8.5 a partita. Tsitsipas non è più il giocatore di 3 mesi fa: dopo l'ottima stagione su terra rossa, il greco ha mal digerito il passaggio a superfici più rapide. I numeri lo testimoniano: Cincinnati è il terzo grande torneo di fila nel quale si è fermato all'esordio dopo le sconfitte a Wimbledon e a Montreal. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino