Serena Williams da Fazio: «Io la mia avversaria più temibile»

Serena Williams
Parla di tennis, ma non solo Serena Williams, ospite questa sera di "Che tempo che fa" su Rai Tre. Degli inizi («Ho cominciato a tre anni, ricordo di aver visto...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA FLASH
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Parla di tennis, ma non solo Serena Williams, ospite questa sera di "Che tempo che fa" su Rai Tre. Degli inizi («Ho cominciato a tre anni, ricordo di aver visto una foto con Venus che spinge nel passeggino e dentro ci sono io e siamo in un campo da tennis»), degli obiettivi («Papà ci ha portato a giocare e aveva questo sogno, ci diceva 'Sarete le numero 1, vincerete i Grand Slam, si parlerà di voì») ma anche delle difficoltà, del razzismo, tema più che mai attuale. E parlando delle prossime elezioni americane dice di volersi tenere fuori dalla politica, ma aggiunge: «Credo che tutto il mondo voglia che vinca Hillary».


«Papà è un uomo molto intelligente, un precursore - racconta Serena - durante le partite la gente urla molto spesso, a volte perché tifa per te, a volte perché tifa contro di te. Ma capita anche che impazziscano e ti urlino cose molto brutte: papà voleva che fossimo forti e pronte mentalmente a ogni cosa». Un insegnamento che si rivelò particolarmente utile durante il torneo di Indian Wells del 2001: «Ero solo una ragazzina e c'erano 18 mila persone che hanno cominciato a fare "buu": è stato traumatico, e tutto solo per il colore della mia pelle». Un tema che per la tennista è sempre attuale: «Quello che succede in America ancora oggi ci dice che dobbiamo crescere e risolvere questi problemi».

E se sul campo dice di sentirsi a suo agio, la Williams ritiene che sia merito della sua forza mentale, a suo avviso la prima qualità di una buona tennista: «La mia più temibile avversaria al momento sono io stessa: se vinco o perdo, tutto dipende da me. A volte giocare contro di me può essere più facile di quanto non sembri, perché nessuna ha nulla da perdere ed è pronta a dare tutto, quindi io rischio sempre e mi devo impegnare più del solito».
Leggi l'articolo completo su
Il Mattino