Parla di tennis, ma non solo Serena Williams, ospite questa sera di "Che tempo che fa" su Rai Tre. Degli inizi («Ho cominciato a tre anni, ricordo di aver visto...
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«Papà è un uomo molto intelligente, un precursore - racconta Serena - durante le partite la gente urla molto spesso, a volte perché tifa per te, a volte perché tifa contro di te. Ma capita anche che impazziscano e ti urlino cose molto brutte: papà voleva che fossimo forti e pronte mentalmente a ogni cosa». Un insegnamento che si rivelò particolarmente utile durante il torneo di Indian Wells del 2001: «Ero solo una ragazzina e c'erano 18 mila persone che hanno cominciato a fare "buu": è stato traumatico, e tutto solo per il colore della mia pelle». Un tema che per la tennista è sempre attuale: «Quello che succede in America ancora oggi ci dice che dobbiamo crescere e risolvere questi problemi».
E se sul campo dice di sentirsi a suo agio, la Williams ritiene che sia merito della sua forza mentale, a suo avviso la prima qualità di una buona tennista: «La mia più temibile avversaria al momento sono io stessa: se vinco o perdo, tutto dipende da me.
Il Mattino