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L'importanza dell'essere medico di se stessi. Ad aver preso alla lettera la cosa è stato evidentemente il tennista Bernard Tomic, numero 257 del ranking ATP, finito sotto i riflettori quando - un paio di giorni fa - durante il match di qualificazione per l'Australian Open contro il russo Roman Safiullin è andato dalla giudice di sedia affermando di stare male e di essere sicuro di avere il Covid. Nei giorni in cui ad imperversare in tutto il mondo è l'affaire Djokovic, l'australiano aveva denunciato una cattiva gestione dei controlli: «Non posso credere che nessuno venga controllato. Stanno permettendo ai giocatori di scendere in campo con dei test rapidi fatti in stanza e senza nessun tampone molecolare». Tomic, nel confronto con la direttrice di gara aveva sostenuto che entro due giorni sarebbe risultato positivo: «Ne sono certo. Ti offro la cena se non risulto positivo entro tre giorni. Altrimenti la offri tu a me», aveva poi ironicamente - o forse no - concluso.
La vicenda, bollata da molti come un tentativo di sfruttare la storia del collega serbo numero 1 al mondo - che da giorni è al centro del dibattito internazionale - per finire sotto i riflettori per qualche ora, ha però visto Tomic avere effettivamente ragione.
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Il Mattino