Tonelli prigioniero di una clausola: solo panchina per evitare il riscatto

Tonelli prigioniero di una clausola: solo panchina per evitare il riscatto
L'8 ottobre 2018 sembra già un lontano ricordo. In quella data, infatti, Lorenzo Tonelli viene convocato d Roberto Mancini per le partite contro Ucraina e Polonia in...

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L'8 ottobre 2018 sembra già un lontano ricordo. In quella data, infatti, Lorenzo Tonelli viene convocato d Roberto Mancini per le partite contro Ucraina e Polonia in sostituzione dell'infortunato Alessio Romagnoli. Il centrale della Samp non scende in campo in nessuno dei due match, ma l'emozione resta. Il giusto premio per un avvio di stagione da protagonista assoluto con la maglia blucerchiata. Ma l'idillio sembra già finito. Tutta colpa di una clausola presente nel suo contratto. Una clausola inserita dalla Sampdoria al momento del prestito con il Napoli.

 
I due club hanno fissato il riscatto obbligatorio da parte della Samp al raggiungimento della ventesima presenza in campionato da parte del difensore. Ecco, questo è diventato il problema. Perché fino a un paio di settimane fa, Tonelli era titolare inamovibile per Giampaolo. Era, appunto. Perché da quando è arrivato a quota 13 presenze, la Samp ha messo un freno. La dirigenza, infatti, gli ha fatto capire che non ha intenzione di riscattarlo, e quindi le sue presenze saranno contingentate. Insomma, prigioniero del suo stesso contratto.

E il Napoli? È a conoscenza della situazione, ma non è riuscito a trovare un accordo con l'Empoli, società che avrebbe voluto il giocatore in prestito da gennaio. Morale: da qui a giugno, quando poi il giocatore farà ritorno alla base, Tonelli si allenerà regolarmente a Bogliasco con la certezza di non giocare nel weekend. Il tutto mentre il Napoli si ritroverà a giugno con un giocatore che ritiene fuori dal proprio progetto e che sarà difficile da sistemare altrove visto che nei prossimi mesi giocherà si e no un paio di partite ufficiali. Ma quello della clausola a presenze è un problema che sempre più caratterizza il calcio moderno. Una furbata per invogliare i club a realizzare un trasferimento, ma che in fin dei conti danneggia il giocatore costretto a subirne le conseguenze.
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Il Mattino