L'australiano Michael Matthews ha vinto la quattordicesima tappa del 104esimo Tour de France di ciclismo, da Blagnac a Rodez, lunga 181,5 chilometri. Chris Froome è...
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«Ho preso lo strappo un po' troppo indietro e si è creato un buco nel gruppo prima dell'ultimo chilometro. Ho fatto uno sforzo per recuperare, ma non c'è stato niente da fare quando hanno accelerato. Sono situazioni di corsa: oggi è capitato a me, un'altra volta può capitare a qualcun altro. Preferivo tenere la maglia, ma non tutto è perduto». Così Fabio Aru, dopo avere restituito la maglia gialla a Chris Froome. «Domani ci sarà un'altra tappa dura e vedremo - conclude il corridore sardo -. Diciannove secondi non sono pochi, ma nemmeno tantissimi. La tappa di domani sarà abbastanza impegnativa, penso a recuperare le forze in vista del giorno di riposo».
L'Astana però, soprattutto dopo i ritiri di Fuglsang e Cataldo, coinvolti in cadute, non sembra in grado di garantire ad Aru la "copertura" necessaria per vestirsi di giallo a Parigi. Ieri se n'era avuta la dimostrazione, oggi è arrivata la conferma. Il sardo, se vuole davvero mettersi addosso definitivamente la maglia più importante e prestigiosa, dovrà cercare alleanze (Bardet?) sulla strada e soprattutto lottare con le proprie armi, andando forse pure al di là delle proprie possibilità. Una condizione di forma superiore a quella di Froome, che però ha dalla sua la squadra, gli avrebbe sicuramente agevolato il compito. Ma non sarà così. Il sardo dovrà fare legna con qualunque cosa si ritroverà in mano e non è detto che ci riesca. Sulle grandi montagne sarà chiamato a dare battaglia, ma dovrà farlo da solo e senza poter contare sul sostegno del team kazako. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino