Ullrich, il ritorno del dannato: «Ho ritrovato la bici e la pace»

Ullrich, il ritorno del dannato: «Ho ritrovato la bici e la pace»
C’è sempre una nuova occasione nella vita. Deve aver pensato questo Jan Ullrich, dopo un periodo oscuro, che sembrava non dovesse finire mai. Da questo tunnel...

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C’è sempre una nuova occasione nella vita. Deve aver pensato questo Jan Ullrich, dopo un periodo oscuro, che sembrava non dovesse finire mai. Da questo tunnel esistenziale il tedesco ne è uscito risalendo addirittura in bici e ritrovando il sorriso e la voglia di vivere.  

L’ex ciclista aveva raccontato a The Move, il podcast di Lance Armstrong, il suo dramma: «Tre anni fa ho avuto grossi problemi. E tu, Lance, sei venuto a trovarmi. Questo mi ha reso molto felice. Ero proprio come Marco Pantani, vicino alla morte. Poi mi sono ripreso e ora ho dei buoni amici». Uno di questi, appunto, è il discusso texano, reo confesso di pratiche doping, che dopo i duelli sulle strade del Tour ha deciso di avvicinarsi all’ex rivale Ullrich quando nel 2018 il tedesco è stato costretto a sottoporsi a una terapia disintossicante per la sua dipendenza da alcol e droga e dopo diversi scandali e guai con la legge. L’ultimo a Maiorca, in Spagna, quando il vincitore del Tour de France 1997 era stato arrestato (e poi rilasciato dopo 5 ore) per violazione di domicilio: l’ex corridore, infatti, si era introdotto nella villa del vicino, un regista che festeggiava l’uscita del suo film con un party, al quale Jan non era stato invitato. Sembrava una vicenda maledetta, la sua. E invece si sta trasformando in una storia di redenzione.

Ma proprio a Maiorca, dopo aver incontrato Armstrong - «chi ha detto che i grandi rivali non possono essere grandi amici?» ha twittato Lance -, e aver toccato il fondo, Jan Ullrich si è rialzato e si è messo a pedalare. La bici come ancora di salvezza. Il tedesco, infatti, si è presentato per la prima volta al via di una gara di ciclismo, la granfondo Mallorca 312, quindici anni dopo il suo ritiro. Ullrich ha percorso 312 km ritrovando vecchie conoscenze delle due ruote come Beloki, Escartín e Freire. «L’ultima volta che ho effettuato così tanti chilometri era stato nella mia ultima Milano-Sanremo», ha confessato il tedesco, che all’arrivo ha chiuso gli occhi, sospirato ed alzato le braccia al cielo. Non in segno di vittoria, ma di liberazione. Quasi una catarsi esistenziale. «Tutto quello che ricordo è di 15 o 20 anni fa. Ho rimosso quella parte negativa di me e lasciato solo la parte buona. Come stare con gli amici, i figli, la famiglia, che avevo trascurato. Questo era il mio problema». Il passato è alle spalle, tanto che ora Ullrich rivela di sentirsi felice a Maiorca. «Dio mi ha dato questo corpo e Dio mi ha dato questo talento. Ho il mio allenatore per la schiena, mi alleno ogni giorno e bevo acqua. Ho smesso con l’alcol e le droghe tre anni fa. Ora vivo una vita sana e la mia ragazza prepara cibo sano. E tutto questo mi ha permesso di ritrovare il feeling con la bici, grazie anche agli amici e alla squadra. Non sono solo e questo è importante. Avevo bisogno di aiuto e ora ce l’ho». 

La rivalità con Lance Armstrong ha caratterizzato il ciclismo di quell’epoca, poi oscurata dalla confessione del doping di Armstrong e dal legame di Ullrich con l’operazione Puerto. Il tedesco ammette: «Forse ero troppo giovane. Nella mia carriera ho avuto molti alti e bassi e ho fatto molti errori, ma penso di averne avuto bisogno per cambiare la mia vita. Sono in buona forma, amo il ciclismo e tutto questo messo insieme rende la mia vita interessante». Ullrich considera la nuova generazione di ciclisti «un gradino sopra la nostra» e definisce il ciclismo attuale «pulito e più interessante per lo spettatore con distacchi minimi nella generale». Sì, questo è un altro Ullrich. 

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Il Mattino