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Ottobre 2022, Vittorio Baiocchi - pregiudicato 69enne e capo ultrà dell’Inter - viene ucciso in un agguato, e nel mentre i neroazzurri sono in campo contro la Sampdoria a San Siro. La notizia si diffonde in fretta e durante l’intervallo gli ultras della curva Nord neroazzurra invitano tutti gli altri tifosi a lasciare lo stadio.
«I tifosi volevano rimanere in curva a vedere l’Inter ma i capi ultrà hanno costretto tutti ad uscire con la forza, ho visto bambini piangere e persone venire spintonate perché non volevano andarsene. Io ero con una mia amica e mi è venuto un attacco di panico. Pensavo di prenderle», racconta qualcuno su Twitter. È un episodio che lascia il segno, perché denuncia la gestione autoritaria da parte di alcuni gruppi organizzati all’interno della curva. Il caso diventa di portata nazionale e in molti si schierano nettamente contro la tifoseria organizzata dell’Inter. E proprio ieri è arrivato un duro comunicato da parte degli esponenti della curva nei confronti della squadra. «Resteremo a fianco ancora una volta i nostri colori, ma sia chiaro che la pazienza è finita e se non si raggiungeranno questi risultati, riterremo tutti i responsabili e li tratteremo come meritano», minacciando la squadra dopo i brutti risultati raccolti nelle ultime gare.
Stadio diverso, episodi diversi. Perché a Roma - stadio Olimpico - è successo di tutto nelle ultime due settimane. Prima i cori razzisti (di natura antisemita) e addirittura spunta una maglia della Lazio con scritto «Hitlerson 88». Qualcuno prova a definirla una «bravata», ma è chiaro che bravata non è. E infatti le forze dell’ordine insieme al club biancoceleste si danno da fare per individuare i colpevoli e sanzionarli. Succede tutto in poco tempo, perché bisogna fare in fretta: trovare i responsabili e punirli severamente. Si trattava di un ragazzo tedesco simpatizzante della Lazio, scovato grazie alla visione dei filmati delle telecamere dell’impianto sportivo. L’uomo è stato identificato insieme con altre due persone e sarebbe entrato allo stadio senza la maglietta che è stata poi indossata solo a derby cominciato.
«Vorrei tanto che “rispetto” finisse su tutte le maglie per testimoniare un impegno in campo e sugli spalti dei nostri stadi, ma non solo. Quindi, non si possono accettare le risse delinquenziali in curva che mettono a repentaglio la sicurezza dei tifosi e i cori razzisti, tutti». Lo ha scritto su Twitter il ministro per lo Sport e i giovani, Andrea Abodi, dopo gli episodi di scontri tra tifosi del Napoli al Maradona e i cori di stampo razzista dei romanisti verso l’allenatore della Sampdoria, Dejan Stankovic.
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