Gira e rigira, Verona-Napoli con cui riprenderà il campionato degli azzurri (domenica alle 12,30) è una partita che vale uno striscione. Per gli alti e bassi del Verona,...
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Lo striscione scaligero che accolse Dirceu in azzurro recitò: “Ora non sei più straniero, Napoli ti ha accolto nel continente nero”. L'anno dopo andammo in paranza al Bentegodi perché il campionato cominciava con la prima partita di Maradona in maglia azzurra. Il pibe fu massacrato da Briegel, il Verona vinse 3-1 e, a fine stagione, conquistò lo scudetto. Al Bentegodi si sprecavano gli striscioni orribili. “Vesuvio lavali col fuoco”. “Napoli colera, la vergogna dell'Italia intera”. “Napoletani, stessa fine degli ebrei”. Razzismo puro. Diego ne rimase colpito. Fu uno dei motivi, lui ragazzo del sud del mondo, per legarsi ancora di più a Napoli. L'ennesimo striscione del Bentegodi, “Benvenuti in Italia”, provocò l'immediata reazione, una genialata tutta partenopea dei ragazzi della Curva B del San Paolo presenti sugli spalti veronesi. Essi srotolarono il più famoso, spiritoso e incisivo striscione mai apparso in uno stadio: “Giulietta è ‘na zoccola”.
Le partite fra Verona e Napoli sono questo. Fino alle ventimila banane di cartone giallo esposte al San Paolo in curva B, il giallo col blu è il colore delle maglie veronesi, accompagnate da una ulteriore “offesa” shakespeariana: “Romeo è cornuto”. Verona si riscattò dal crudo razzismo degli insulti al Bentegodi quando, in risposta allo striscione “Giulietta è ‘na zoccola”, propose uno striscione finalmente spiritoso: “Napoletani figli di Giulietta”.
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Il Mattino