Verona, ancora vergogna razzismo: ululati contro Osimhen, inchiesta

Verona, ancora vergogna razzismo: ululati contro Osimhen, inchiesta
Verona senza pace. È diventato un appuntamento fisso (oltre che sgradevole) quello con i cori razzisti che puntualmente caratterizzano le sfide tra i veronesi e gli...

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Verona senza pace. È diventato un appuntamento fisso (oltre che sgradevole) quello con i cori razzisti che puntualmente caratterizzano le sfide tra i veronesi e gli azzurri. Puntuali come il picco di calore a Ferragosto sono arrivati anche quest'anno. Impeccabile esordio stagionale per la tifoseria del Verona alla prima di campionato proprio contro il Napoli. Campionato nuovo, abitudini vecchie e infatti dalle tribune del Bentegodi sono arrivati i cori e gli insulti razzisti da nei confronti dei giocatori del Napoli e più in generale di tutto il popolo napoletano. Ma ad ogni azione consegue una reazione e altrettanto puntuali sono arrivati i verdetti del giudice sportivo. Indagine aperta su Verona-Napoli il Giudice Sportivo che ha chiesto ulteriori approfondimenti alla Procura federale che ha segnalato i cori partiti dal settore della Cuva Sud «cori di discriminazione razziale - si legge nel comunicato - nei confronti di un calciatore del Napoli successivamente alla realizzazione di una rete». Nel mirino dei tifosi scaligeri Victor Osimhen con il club gialloblù inoltre sanzionato con 12mila euro di ammenda «per avere suoi sostenitori, nel corso della gara, intonato ripetutamente cori insultanti di matrice territoriale nei confronti della squadra avversaria».



Come detto, però, non si tratta della prima volta. Ecco perché quell'esultanza di Osimhen dopo il gol del momentaneo vantaggio del Napoli. Mani sul volto a mimare una sorta di pianto, dopo che in occasione della gara dello scorso anno lui e Koulibaly erano stato vittima degli insulti razzisti da parte della tifoseria del Verona. Anche in quel caso però, era arrivata puntuale la stangata da parte del giudice sportivo. Il Verona ha dovuto giocare una gara con il settore Curva Sud privo dei propri tifosi come disposto per gli insulti di matrice territoriale nei confronti dei sostenitori del Napoli, in occasione della partita di domenica scorsa, e per i cori di discriminazione razziale ai danni di Koulibaly e Osimhen percepiti chiaramente in tutto l'impianto durante l'intero svolgersi della gara.

In aggiunta arrivò anche una multa di 7 mila euro. A distanza di meno di un anno, quindi, l'episodio di è ripetuto. Nonostante le sanzioni passate, nonostante le squalifiche e nonostante il fermento nazionale che si è mosso in passato. Osimhen stavolta ha provato a sdrammatizzare a modo suo, con quell'esultanza che ha fatto più sorridere che riflettere. A prendere una posizione netta, invece, ci hanno pensato gli organi preposti a questo tipo di decisioni. La piaga resta tale e non cambia, nemmeno con il cambiare delle stagioni. Fino allo scorso anno c'era Koulibaly a metterci sempre la faccia a indossare i panni del paladino, e adesso che il senegalese è volato a Londra ci ha pensato Osimhen, cavaliere con la maschera e senza paura: leader in campo, con i gol, ma anche fuori, con i gesti che servono a far parlare di un problema che è sempre più piaga nel mondo del calcio.



Un gol per iniziare al meglio la stagione, ma soprattutto una vittoria importante per il Napoli e per Victor Osimhen. «Era importantissimo partire così per me e per la squadra, sono veramente felice per questa vittoria. Sono andati via tanti calciatori importanti ma avevamo l'obbligo di fare bene anche per dare una risposta a noi stessi» ha detto l'attaccante azzurro a fine partita. «Non penso a quanti gol segnare in una stagione, per me è importante quello che alla fine è il risultato della squadra» ha continuato Osimhen, spesso richiamato in campo da Luciano Spalletti: «Lavoriamo tanto durante la settimana in allenamento, proviamo sempre le situazioni di gioco. Ha fiducia in me e ne sono felice. Kvara è importante per noi così come è importante trovare il feeling giusto per tutti» ha concluso l'azzurro. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino