Vicino in rotta verso le Olimpiadi: «Sabaudia una bolla per Tokyo»

Matteo Lodo e Giuseppe Vicino
Ore di lavoro in vasca ed al vogatore. Il tempo finora non ha dato una mano ma, finalmente, su Sabaudia è spuntato il sole. Quello che Peppe Vicino vorrebbe trovare anche...

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Ore di lavoro in vasca ed al vogatore. Il tempo finora non ha dato una mano ma, finalmente, su Sabaudia è spuntato il sole. Quello che Peppe Vicino vorrebbe trovare anche sulla rotta verso Tokyo. Il ventisettenne canottiere napoletano vive in una bolla anticovid. Gruppi di quattro cinque atleti che si danno il cambio a mensa come in palestra. Nulla deve turbare il viaggio verso la rassegna a cinque cerchi. «Per il periodo che stiamo attraversando - dice il bronzo olimpico di Rio de Janeiro nel quattro senza - possiamo anche definirci dei privilegiati. Riusciamo a star chiusi in casa ma a fare tutti gli allenamenti di cui necessitiamo». La federazione ha creato tre micro ambienti differenti «dove ci alterniamo per gli allenamenti a secco». Cinque persone per turno, sempre le stesse. Poi tamponi a go-go e sempre tutti negativi. «Se due gruppi di allenamento differenti si ritrovano negli stessi ambienti, anche se tutti negativi, scatta distanziamento e precauzioni del caso.  Giacomo Gentili, il compagno di barca Matteo Lodo, Luca Rambaldi, Andrea Panizza, Valentina Rosini, Clara Guerra, Alessandra Montesano sono la nuova famiglia di Peppe Vicino. Passatempo? «E chi ne ha. Otto ore vanno via tra gli allenamenti duri della giornata. Poi colazione, pranzo e cena. Il tempo che resta è davvero poco». Lo si passa tra i videogiochi. Quelli non mancano mai. «Ognuno si chiude nella propria stanza e poi ci si collega per affrontarsi in sfide all'ultimo punto». I preferiti? «Gli sparatutto»

«Andrea Panizza, campione del mondo nel quattro di coppia nel  2018 è  molto bravo. Noi ce la caviamo. Potrebbe diventare anche professionista se si mettesse d'impegno». La stagione apre a marzo con il primo meeting nazionale. I primi trials interni per capire gli equipaggi che stanno camminando e quelli che hanno problemi. Dopo tre settimane Europeo a Varese ad aprile e le coppe del mondo. Ma è tutto da confermare, covid permettendo.«Il direttore tecnico ci dice sempre che nessuno si gira i pollici, anche se tutti nel mondo si stanno allenando in modo differente. C'è chi come i neozelandesi non hanno problemi. Gli inglesi stanno subendo un lockdown duro. Noi non possiamo stare dietro agli altri. Riusciamo ad allenarci. Siamo dei privilegiati e va bene così. Se stessimo dietro alle voci non se ne uscirebbe più» Tokyo per Peppe Vicino è soprattutto tecnologia. «Cerco di stare al passo. Non ho l'ultimo iphone ma mi piace essere aggiornato. Mi aspetto, purtroppo una Olimpiade senza pubblico. Sarà un vero peccato, perché è vero che noi canottieri gareggiamo molto distanti dalle tribune, ma vi assicuro che nel rush finale riesci a capire gli italiani dove stanno e se ti sostengono hai una marcia in più».  

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Il Mattino