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Napoli-Inter non sarà mai una partita come le altre per Vincenzo Montefusco, classe 1945 (compie 76 anni il 26 aprile), 214 partite e 13 reti in maglia azzurra, oltre alle apparizioni in panchina dal 1997 al 1999. Perché il ragazzo del Vasto, appena diciannovenne, visse una singolare esperienza nell'Inter euromondiale di Helenio Herrera.
A caccia di talenti in tutta Italia per rafforzare quello squadrone che aveva vinto la Coppa dei Campioni nella stagione 1963-1964 il direttore sportivo Italo Allodi e HH individuarono a Napoli quell'emergente centrocampista.
Per il diciannovenne Montefusco vi furono due apparizioni in maglia nerazzurra nel 1964, in altrettante amichevoli: quella del 16 agosto a Varese e del 19 agosto a San Siro con il Velez Mostar. Poi Vincenzo fece in fretta i bagagli e tornò a Napoli. Con quanti rimpianti? «Ero ben visto dal capitano Picchi e da Herrera, però quando mi dissero che quella operazione non era andata in porto per il rifiuto di Zaglio di trasferirsi a Napoli mi dispiacque fino a un certo punto, perché tornavo nella mia famiglia e nella mia squadra del cuore», dice Montefusco, uno dei migliori allievi della scuola calcistica napoletana e successivamente maestro dei talenti azzurri.
Vincenzo, che oggi è il presidente onorario della scuola calcio gestita dal figlio Tiziano, ha aperto e chiuso la carriera da allenatore nel vivaio del Napoli. Alla guida della Primavera vinse la Coppa Italia nel 1997 contro l'Atalanta guidata dal futuro ct Cesare Prandelli e pochi giorni dopo fu promosso sulla panchina della prima squadra perché il proprietario del club Corrado Ferlaino e il manager Ottavio Bianchi decisero di licenziare Gigi Simoni perché si era accordato con l'Inter per la futura stagione. L'Inter ancora nel destino di Montefusco, che avrebbe collaborato anche con il Napoli di Aurelio De Laurentiis e Pierpaolo Marino come supervisore del settore giovanile, lasciando presto questo incarico.
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