Zaytsev alla ricerca della felicità: «Stiamo riscoprendo la vita»

Zaytsev alla ricerca della felicità: «Stiamo riscoprendo la vita»
Da casa, fermi nell'inizio di primavera più surreale che chiunque ricordi, «stiamo scoprendo cose che forse non sapevamo. Uno spirito di resilienza che è...

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Da casa, fermi nell'inizio di primavera più surreale che chiunque ricordi, «stiamo scoprendo cose che forse non sapevamo. Uno spirito di resilienza che è rinato in un paese come il nostro, litigioso e strano». Lo Zar, al secolo Ivan Zaytsev, capitano della nazionale di pallavolo, racconta a «Repubblica» le sue sensazioni in isolamento con la famiglia, la moglie Ashling e tre figliolette. «Qui a Modena c'è una grande compostezza, non ci sono capannelli, le strade sono deserte. Ma siamo tornati a socializzare, paradossalmente, nel momento in cui ce lo stanno vietando per decreto. La tecnologia ci aiuta, ma ci aiutano anche i balconi pieni. Abbiamo voglia di non perdere quello che una settimana fa ci sembrava di poco conto: il bar, una pizza, la politica, una partita di pallavolo. Ci stiamo scoprendo piccoli, e stiamo scoprendo grande la vita che il virus ci ha tolto»


A casa Zaytsev «possiamo stare assieme più a lungo di quanto non riusciamo a fare di solito, giochiamo assieme, nel primo pomeriggio aiuto le piccole a fare un pisolino. Aiuto Ashling nelle faccende di casa, finora siamo usciti solo per fare la spesa e per andare in farmacia a prendere un vaccino per Nausicaa, che ha cinque mesi appena». Lo sport, «assieme all'arte, al teatro, alla musica, è l'emozione che ci tiene in vita, è il superfluo di cui non possiamo fare a meno, l'adrenalina necessaria a tenerci sulla corda, a farci trepidare. Tutto questo è il respiro del paese, il bel tempo libero che non abbiamo più, ora che ne abbiamo tanto. Io mi sto allenando a casa, ho allestito una palestrina, lavoro seguendo una tabella del nostro preparatore atletico, siamo seguiti anche via Skype. Tra poco potremo tornare in palestra in piccoli gruppi, con molte precauzioni, sarà un grande momento». 
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Il Mattino