Con Zeman non ci si annoia mai. Sei gol e un 3-3 si erano visti anche nel dicembre ’91 al San Paolo, quando il suo Foggia, neopromosso in serie A, effettuò una clamorosa...
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Non bastano tre gol e un doppio vantaggio per vincere se le spalle sono scoperte: una difesa da brividi (modesto Henrique; molto male Koulibaly, finora positivo nel rendimento) e un portiere che non blocca un pallone nell’area piccola (gol del 2-2 a inizio ripresa).
Strano poi che sia rimasto fuori David Lopez, il mediano che dà equilibrio. Questa retroguardia in difficoltà e questo assetto precario hanno rovinato le prodezze di Higuain, Inler e De Guzman. Non può bastare l’emergenza sulla fascia sinistra (contemporaneamente fuori Zuniga, Insigne e Mertens) per spiegare il pareggio.
Sembrava che la squadra avesse raggiunto un grado di maturità, come avevano dimostrato le vittorie su Roma, Young Boys e Fiorentina prima della sosta, e che fosse pronta per spiccare il volo. Invece è tornata rovinosamente sulla terra. Con la sua qualità in attacco e i suoi limiti in difesa, il reparto che Benitez non riesce a registrare (23 gol segnati e 15 subiti: una marcata differenza).
È giusto intervenire per un sostituto di Insigne, ma bisogna pensare anche ad un rafforzamento della difesa. Gli interventi di mercato li decideranno De Laurentiis e Benitez; al direttore sportivo Bigon resterà un piccolo spazio per esibirsi nei prepartita televisivi.
Alla fine si sono ascoltati fischi, legittima la delusione dei tifosi: si aspettavano una forte e decisa risposta a Juve e Roma, che avevano vinto negli anticipi, blitz sui campi di Atalanta e Lazio. Il Napoli non è riuscito a mantenere il loro passo. Resta terzo, con un punto di vantaggio sulla Samp, avversaria degli azzurri tra una settimana a Marassi, e tre sul Genoa, che però stasera può compiere l’aggancio se batte il Palermo.
Ma avvilirsi non va bene e, soprattutto, non serve. Piuttosto, è necessario lavorare per eliminare difetti che sono riemersi nella partita con il Cagliari, che ha tirato fuori il coraggio, e fare in modo che vi sia la stessa determinazione contro una big e contro una piccola. Tanti complimenti al bomber napoletano Totò Di Natale, che ha festeggiato i 200 gol in serie A.
La sua è una storia particolare: aveva avuto la possibilità di trasferirsi in grandi club (Juve, Milan, Napoli) ma non si è sfilato la maglia dell’Udinese, diventando un bel simbolo del calcio di provincia. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino