Afghanistan, Facebook bandisce i talebani dalle sue piattaforme: Twitter e Youtube restano invece alla finestra

Facebook bandisce i talebani dalle sue piattaforme: Twitter e Youtube restano invece alla finestra
Confusione anche sulle piattaforme social per i talebani. Social in ordine sparso sugli integralisti islamici: Facebook li designa come gruppo terroristico e li mette al bando...

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Confusione anche sulle piattaforme social per i talebani. Social in ordine sparso sugli integralisti islamici: Facebook li designa come gruppo terroristico e li mette al bando anche dalle piattaforme controllate Instagram e Whatsapp, ma Twitter e Youtube per ora non la seguono. La società di Mark Zuckerberg ha fatto la prima mossa, vietando anche ogni contenuto a sostegno degli studentì afghani. Il colosso di Menlo Park ha formato in particolare un team di esperti afghani dedicato alla rimozione di post legati ai talebani, che per anni hanno usato i social per diffondere i loro messaggi propagandistici. Ma gli estremisti islamici, secondo alcuni media americani, continuerebbero ad usare il servizio criptato di Whatsapp per comunicare direttamente con gli afghani.

 

 

Nessun annuncio per il momento da parte di Twitter, dove i portavoce dei talebani hanno postato gli aggiornamenti della loro avanzata verso Kabul. Anche la piattaforma di Jack Dorsey non ammette gruppi che promuovono il terrorismo o la violenza contro i civili ma resta alla finestra, nonostante abbia messo al bando Donald Trump. Idem Youtube, la quale si è limitata a ricordare che per agire la sua piattaforma si basa sulle classificazioni del governo americano.

 

 

Per ora la lista della organizzazioni terroristiche straniere (Fto) del dipartimento di Stato non include i talebani, designati invece più clementemente come "Specially Designated Global Terrorist": un elenco che fa scattare il blocco dei beni in Usa delle persone finite nella blacklist e che vieta agli americani di lavorare con loro. Del resto i talebani sono in qualche modo un player accettato a livello di relazioni internazionali, ci dialogano e negoziano non solo russi e cinesi ma anche gli americani. Bollarli subito come terroristi con una decisione in qualche modo «soggettiva», notano alcuni esperti, rischia di creare qualche complicazione ai social se poi ci saranno aperture e riconoscimenti di fatto del loro governo. 

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Il Mattino