Energia, Europa ed Enea lavorano alla «replica» del Sole

Energia, Europa ed Enea lavorano alla «replica» del Sole
Il futuro è sempre più vicino. L'Europa sta scrivendo un nuovo capitolo in campo energetico con lo sviluppo della prima centrale a fusione nucleare dimostrativa...

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Il futuro è sempre più vicino. L'Europa sta scrivendo un nuovo capitolo in campo energetico con lo sviluppo della prima centrale a fusione nucleare dimostrativa capace di produrre, in modo sicuro e sostenibile, 300-500 megawatt di potenza elettrica entro il 2050, pari al fabbisogno di circa 1,5 milioni di famiglie. Si tratta del dispositivo Demo (Demonstration Fusion Power Reactor) iniziato da quasi due mesi, frutto dell'esperienza acquisita con il reattore sperimentale Iter attualmente in costruzione a Cadarache, nel Sud della Francia, che verrà attivato intorno al 2035 e sviluppato nell'ambito del programma Horizon EuroFusion, il nuovo programma europeo di ricerca sulla fusione cofinanziato dalla Commissione europea tramite Euratom. A renderlo possibile è il Consorzio Eurofusion di cui fanno parte 21 organizzazioni italiane coordinate da Enea, tra cui Istituto per la scienza e tecnologia dei plasmi del Cnr e Consorzio Rfx. La rete completa comprende circa 4.800 scienziati provenienti da istituzioni di 29 Stati (26 membri Ue, Svizzera, Regno Unito e Ucraina). Il finanziamento è di oltre 1 miliardo di euro e comprende un contributo Euratom di oltre 550 milioni di euro. L'Italia, secondo partner più importante dopo la Germania, riceverà il 16% del contributo europeo, pari a circa 90 milioni di euro. 

Nel Sole e nelle stelle, il processo di fusione dei nuclei di idrogeno produce Elio e libera energia, il cui irraggiamento consente la vita sulla Terra. Scienziati di tutto il mondo stanno lavorando per replicare reazioni analoghe con isotopi di Idrogeno, che fondendosi rilasciano un'enorme quantità di energia. Lo scopo della ricerca è realizzare impianti nucleari a fusione per la produzione di energia elettrica su larga scala, sicura, a costi competitivi e nel rispetto dell'ambiente. In termini di resa, a parità di quantità, la fusione genererà circa 4 milioni di volte più energia rispetto a quella prodotta bruciando carbone, petrolio o gas. L'avvio dei lavori è sicuramente un passo importante ma da un ambito sperimentale si dovrà passare alla produzione vera e propria di energia elettrica, e per farlo «si dovranno adottare le più avanzate tecnologie per controllare il plasma e generare elettricità in modo sicuro e continuo operando con un ciclo del combustibile chiuso», sottolinea Alessandro Dodaro, direttore del Enea di Fusione e tecnologie per la sicurezza nucleare. 

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Il Mattino