Morto Enzo Boschi, 12 anni alla guida dell'Ingv: era la voce più influente sui terremoti

Per moltissimi anni la sua voce è stata la più influente e ascoltata in materia di terremoti e vulcani: Enzo Boschi è morto nella sua casa di Bologna, la...

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Per moltissimi anni la sua voce è stata la più influente e ascoltata in materia di terremoti e vulcani: Enzo Boschi è morto nella sua casa di Bologna, la città dove ha cominciato la carriera universitaria e alla quale è sempre stato legato. I capelli diventati precocemente candidi, la voce leggermente rauca e un linguaggio sempre molto diretto, Boschi era diventato il simbolo della sismologia italiana, con ben 12 anni trascorsi alla guida dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), più i 16 a capo dell'istituto Nazionale di Geofisica (Ing), diventato Ingv nel 1999: complessivamente 28 anni.


È stato anche al centro di vicende difficili e scomode, dall'evacuazione della Garfagnana a scopo cautelativo del 1985 al terremoto de L'Aquila del 2009: da un processo per procurato allarme a un altro per avere sottovalutato il pericolo. Nato il 27 febbraio 1942 ad Arezzo, Boschi si era laureato in Fisica a Bologna e, dopo un periodo di studi fra Gran Bretagna, Francia e Stati Uniti, era rientrato in Italia, dove ha proseguito la sua carriera universitaria a Bologna. Qui nel 1975 ha avuto la cattedra di Sismologia. Accademico dei Lincei dal 1982, dall'inizio degli anni '80 ha avuto ruolo istituzionali importanti: nel 1983 è diventato membro della Commissione Grandi Rischi e nel 1989 è entrato a far parte del Consiglio Nazionale Geofisico (Conag) Controllato dal ministero per l'Università e la Ricerca Scientifica e Tecnologica.


Per il capo del Dipartimento della Protezione Civile, Angelo Borrelli, «la scomparsa di Enzo Boschi è una grave perdita per il mondo della ricerca». È stato un «esempio di professionalità», ha rilevato il Consiglio Nazionale dei Geologi. «Ho accompagnato la presidenza di Boschi dal terremoti in Irpinia del 23 novembre 1980», ha detto il direttore del personale dell'Ingv Tullio Pepe, tra le persone più a lungo vicine a Boschi. È stato allora, sulla scia delle polemiche per i ritardo dei soccorsi, che «si decise di investire su quello che allora era un piccolo istituto con 44 dipendenti, di sviluppare una rete sismica nazionale e un servizio di sorveglianza sismica in stretta collaborazione con la Protezione civile». Boschi, ha aggiunto, è stato al centro di quel momento di grande sviluppo. «Dall'Ingv - ricorda ancora Pepe - Boschi andò via alla chiusura del suo mandato, nel 2011, quando era ancora in corso il processo de L'Aquila. Lascio l'istituto amareggiato per una vicenda incredibile e ingiusta. Per lui sono stati 5 anni di calvario».
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Il Mattino