Luca Parmitano in diretta da Houston: «Coronavirus? Chiedete agli esperti, io spero che sia l'occasione per unire le forze di tutto il mondo» Il Notturno Spaziale

Luca Parmitano in diretta da Houston: «La sostenibile pesantezza dell'essere» Guarda in diretta
Luca Parmitano in video diretta da Houston per la prima volta dopo il rientro a terra dalla missione Beyond. Alcuni cronisti hanno fatto riferimento alla questione...

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Luca Parmitano in video diretta da Houston per la prima volta dopo il rientro a terra dalla missione Beyond. Alcuni cronisti hanno fatto riferimento alla questione coronavirus ("Ma io non sono un esperto" ha specificato l'astronauta catanese), ma ancora una volta il comandante ha catturato i cuori di chi l'ascoltava quando ha trovato le parole e i toni per dividere con noi terrestri le emozioni di un "notturno spaziale", ovvero di un'inaspettata fase di una delle sue passeggiate all'esterno della stazione internazionale. 


Luca Parmitano, prima intervista con i piedi per terra dopo la missione Beyond: «Umiltà e orgoglio» Video
Parmitano, lo straordinario video del rientro a terra e i record di Christina Koch

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Parmitano ha 43 anni di cui uno (abbondante, 367 giorni) l'ha trascorso in orbita dal 2013. E' per 31 ore e 54 minuti ha effettuato passeggiate spaziali, record europeo. E' anche colonnello pilota sperimentatore dell'Aeronautica militare.



CORONAVIRUS: UN'ALLEANZA MONDIALE PER COMBATTERLO
"Come tutti gli uomini sono in apprensione per questa situazione. Con mia miglie Kathy e le mie figlie Maia e Sara stiamo usando le stesse precauzioni di tutti. Io non sono un esperto e voglio solo dire una cosa. Questa emergenza può dare all'umanità, e in questo senso qualcosa sta già accadendo, la possibilità di unire la forza di tutte le nazioni, di tutti gli uomini, per fronteggiare un problema così grande. Se vogliamo possiamo davvero dimostrare di essere in viaggio sul Pianeta Terra con un unico equipaggio. Un'alleanza che dovrebbe anche essere messa in campo per la salvaguardia del pianeta e per le prossime esplorazioni spaziali".

E ancora:  «Non bisogna cedere al panico. In Italia siamo fortunati ad avere un sistema sanitario all'avanguardia nel mondo. Abbiamo esperti che stanno lavorando per contenere l'espansione del virus. È importante avere fiducia in chi sta lavorando per contenere l'infezione. Da italiano sono in parte preoccupato ma non allarmato al punto da temere che ci possano essere conseguenza catastrofiche. Bisogna mantenere la calma».

«Per quanto riguarda me e la mia famiglia - prosegue l'astronauta dell'Agenzia spaziale europea (Esa) - stiamo prendendo le precauzioni che sono valide per tutti: cercare di cautelarsi, evitare zone chiuse molto affollate, ma continuando a vivere normalmente. Sto cercando di passare alle mie figlie l'idea che è importante continuare ad andare a scuola, finché le autorità lo consentono, ed è importante avere una vita normale senza farsi prendere dal panico. Quando sarà il momento, se sarà necessario isolarsi per dei periodi, eseguiremo quello che le autorità stabiliscono sia il codice di condotta più importante». «Da italiano sono preoccupato perché parte della mia vita è ancora in Italia, lì ci sono i miei genitori e i miei amici, ma non sono comunque allarmato al punto da temere che ci possano essere conseguenze catastrofiche», rassicura Parmitano. «La cosa più importante è tenere la testa sulle spalle e restare con i piedi per terra, anche se detto da un astronauta può sembrare strano. Mantenere la calma e affrontare gli ostacoli uno alla volta usando il parere e la professionalità degli esperti è quello che mi aspetto e di questo sono grato alle nostre autorità».


IL RECUPERO

Recupero fisico super rapido per Luca Parmitano, che a tre settimane dal ritorno sulla Terra ha già riacquistato quasi il 100% delle sue prestazioni atletiche. Lo racconta da Houston nel suo primo colloquio con la stampa italiana, attraverso il collegamento video organizzato dall'Agenzia spaziale italiana (Asi) e dall'Agenzia spaziale europea (Esa). «Il corpo umano non smette mai di sorprendermi per la sua adattabilità», spiega AstroLuca dialogando a distanza con il presidente dell'Agenzia spaziale italiana, Giorgio Saccoccia. «Sono passati poco più di 20 giorni da quando sono rientrato e mi sento già perfettamente riadattato». Anche il senso di pesantezza e lo sbilanciamento dovuto ai problemi di equilibrio dell'apparato vestibolare «sono scomparsi molto più rapidamente» rispetto alla precedente missione Volare. Merito del rientro in verticale della capsula Soyuz, che ha facilitato anche le operazioni di estrazione degli astronauti, ma non solo. «Forse il mio corpo ha mantenuto una memoria muscolare di quello che vuol dire rientrare da una missione di lunga durata in microgravità», afferma Parmitano. Ma certamente ha influito anche la preparazione, sia quella precedente al lancio che quella fatta in orbita. Proprio sulla Stazione spaziale «sono stato molto più coscienzioso e caparbio rispetto alla prima volta nell'implementare un addestramento fisico più rigido e intenso». Tutti questi fattori messi insieme hanno contribuito a questa ripresa lampo, tanto che «a tre settimane dal mio rientro posso dire che le mie prestazioni da un punto di vista atletico sono al 95-99% delle mie capacità», conclude l'astronauta.


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Il Mattino