Raggi gamma “super energetici”, scoperta l'origine dopo 100 anni di ricerca

Raggi gamma “super energetici”, scoperta l'origine dopo 100 anni di ricerca
Forse svelata dopo 100 anni di ricerche l'origine dei raggi cosmici: la scoperta arriva dall'osservazione dei raggi gamma di altissima energia generati dall'urto di...

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Forse svelata dopo 100 anni di ricerche l'origine dei raggi cosmici: la scoperta arriva dall'osservazione dei raggi gamma di altissima energia generati dall'urto di protoni accelerati dai resti di una supernova con le nubi di gas interstellari. A indicarlo è uno studio pubblicato su The Astrophysical Journal da un gruppo di ricerca internazionale guidato dai giapponesi dell'università di Nagoya.

«È un lavoro molto interessante - ha commentato all'ANSA Giorgio Riccobene, dell'Università di Catania e ricercatore dei Laboratori Nazionali del Sud dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn) - perché dimostra l'origine adronica, cioè riconducibile a protoni accelerati dalla sorgente, di una parte consistente dei raggi gamma ad altissima energia che riusciamo ad osservare. Inoltre, ed è uno degli elementi più rilevanti, riesce a misurare quantitativamente il numero dei raggi gamma prodotti dall'interazione dei protoni, circa il doppio di quelli prodotti dall'urto di elettroni».

La scoperta si inserisce nell'ambito dello studio dei raggi cosmici, uno 'zoò di particelle di ogni tipo che viaggiano ad altissime velocità nello spazio fatto in particolare da protoni e nuclei atomici, la cui origine però non è ancora stata scoperta. Un importante passo in avanti arriva ora con questo nuovo lavoro che ha messo insieme una gran quantità di dati proveniente da tanti strumenti, come il radiotelescopio Nanten, l'Australia Telescope Compact Array, l'osservatorio Hess e il satellite europeo a raggi X Xmm-Newton.

Mettendo a confronto i dati ne è emerso che l'origine dei raggi gamma ad altissima energia è dovuto allo scontro tra particelle accelerate da resti di supernovae - quel che resta dopo l'esplosione di grandi stelle - e le nubi di gas interstellari che generalmente le circondano. A fare la parte del leone, nel 70% dei casi, sono in particolare i protoni che viaggiano a velocità prossime a quelle della luce il cui urto con i gas produce una serie di nuove particelle tra cui raggi gamma e neutrini. «Per avere ora la conferma definitiva di questo modello - ha concluso Riccobene - sarà però necessario trovare la 'pistola fumantè, ossia i neutrini associati a questi eventi. Confidiamo che una conferma potrà arrivare nei prossimi anni dal telescopio per neutrini Km3Net in fase di realizzazione in Italia».

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Il Mattino