Hacker all'attacco dei telefoni Android: l'accesso tramite cuffie e orologi wireless

Rilevata una vulnerabilità che consente di hackerare i telefoni Android tramite accessori gli connessi tramite Bluetooth
Alcuni esperti in sicurezza informatica delle università di Purdue e Iowa, negli Stati Uniti, hanno rilevato una vulnerabilità che consente di hackerare alcuni...

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Alcuni esperti in sicurezza informatica delle università di Purdue e Iowa, negli Stati Uniti, hanno rilevato una vulnerabilità che consente di hackerare alcuni modelli di telefoni con sistema Android attraverso accessori wireless come cuffie o orologi.


In una ricerca pubblicata di recente online su documentcloud.org, gli autori spiegano che si tratta di un problema che consente agli hacker di manipolare i comandi dell'interfaccia At, responsabili della comunicazione con il firmware della banda base, vale a dire con il programma che consente al modem del dispositivo di connettersi alla rete cellulare per effettuare chiamate o navigare in Internet.

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Data l'importanza della banda di base, l'accesso è generalmente fuori dalla portata del resto del cellulare e delle applicazioni. Tuttavia, è stato scoperto che almeno una dozzina di telefoni Android molto popolari - come Pixel 2 di Google, Huawei Nexus 6P e Galaxy S8 e alcuni modelli di Samsung - consentono a terzi, di accedere alla banda mentre sono collegato a un accessorio tramite Bluetooth o USB.

In questo modo, un utente malintenzionato ha la possibilità di eseguire comandi all'interno del sistema Android e utilizzare tale accesso per ottenere informazioni riservate come i codici IMEI e IMSI, che sono degli identificatori univoci che consentono al telefono di essere riconosciuto in tutto il mondo. In tal modo, è dunque possibile ottenere il controllo delle funzioni cellulari del dispositivo: interrompere una connessione telefonica, deviare una chiamata su un altro telefono cellulare o bloccare tutte quelle in arrivo e persino impedire completamente l'accesso alla rete.

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Come parte dello studio, il team di ricerca ha sviluppato uno strumento informatico chiamato ATFuzzer, con il quale ha individuato 14 comandi AT potenzialmente problematici e ha determinato che non tutti i cellulari sono vulnerabili agli stessi comandi o possono essere manipolati allo stesso modo.


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Il Mattino