Sole 271 giorni senza macchie: non accadeva dal 1913

Sole 271 giorni senza macchie: non accadeva dal 1913
"Sole sul tetto dei palazzi in costruzione...", aggiungiamo "Senza macchie". Scomodiamo Francesco De Gregori, stella della musica italiana, per parlare della...

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"Sole sul tetto dei palazzi in costruzione...", aggiungiamo "Senza macchie". Scomodiamo Francesco De Gregori, stella della musica italiana, per parlare della "nostra" stella: il Sole. Che sarà da record nel 2019. È infatti al minimo della sua attività e nel corso dell'anno il suo disco è rimasto senza macchie per 271 giorni, gli ultimi 34 dei quali consecutivi. Dati simili non si registravano da oltre un secolo. Per risalire al record precedente bisogna infatti andare al 1913, quando il Sole rimase senza macchie per 311 giorni; il terzo anno di quiete è stato invece il 2008, quando il Sole è rimasto senza macchie per 268 giorni.




L'attività solare è scandita da cicli di circa 11 anni ciascuno, il cui ritmo è scandito dalla comparsa periodica e più o meno frequente di macchie dall'intensa attività magnetica sulla superficie della nostra stella. Sulla base delle previsioni più recenti fatte dalla Nasa e dall'ente americano per la ricerca sull'atmosfera e gli oceani, Noaa, l'attuale minimo solare dovrebbe raggiungere il suo picco attorno ad aprile 2020, mentre il nuovo massimo è previsto per luglio 2025. «È un vero record, che potrebbe aumentare ancora fino alla prossima primavera», commenta Mauro Messerotti, dell'Osservatorio di Trieste dell'Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf).



Si prepara dunque un periodo di debole attività solare e poche macchie solari. Il Sole per ora è tranquillo e non ci sono brillamenti, ha proseguito Messerotti, ma possono esserci dei buchi nella parte più esterna dell'atmosfera solare, chiamata corona, dai quali possono essere spinti verso l'esterno gli sciami di particelle cariche di energia che costituiscono il vento solare. «Quello che soffia ora dal Sole - ha aggiunto l'esperto - è un vento molto lento e denso, tramite il quale arriva una quantità di radiazioni ionizzanti che possono essere dannose per gli astronauti, i satelliti in orbita e i voli con rotte polari» Leggi l'articolo completo su
Il Mattino