Spazio, a Napoli la quarta edizione dell'Italian Space Startup Competition

Si è svolta a San Giovanni a Teduccio presso il Centro Asterix la quarta edizione della “Italian Space Startup Competition”, organizzata dallo Space Generation...

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Si è svolta a San Giovanni a Teduccio presso il Centro Asterix la quarta edizione della “Italian Space Startup Competition”, organizzata dallo Space Generation Advisory Council. L'ISSC mira a promuovere l'interesse delle giovani generazioni per il business spaziale e a far emergere la prossima generazione di imprenditori. L'ISSC incoraggia la condivisione delle conoscenze e promuove l'innovazione, con l'obiettivo anche di fornire ai partecipanti il contesto necessario per fare rete, apprendere e plasmare il futuro. L'evento è stato dedicato – ma non solo – a neolaureati, studenti e giovani professionisti interessati a lavorare nel settore spaziale e desiderosi di mettersi in gioco in un contesto imprenditoriale. L'interdisciplinarità dell'evento consente la partecipazione di persone di qualsiasi formazione, sia essa ingegneristica, giuridica, economica o altro. Una sessione ad-hoc ha consentito ai partecipanti di conoscersi e formare team diversificati.

Quattro le squadre partecipanti. Il team Space Sleep Walkers si è concentrato nella risoluzione di problemi legati alla salute dell’uomo in microgravità. «In particolare, uno dei problemi di maggiore rilevanza è la riduzione della densità ossea che può causare osteoporosi e un depauperamento delle riserve di calcio e fosfati», hanno affermato i ragazzi. La soluzione proposta dalla start-up è un sistema meccatronico capace di stimolare le ossa lunghe degli arti inferiori in maniera passiva, così da permettere una maggiore permanenza dell’uomo nello spazio.

Il team Sio si è proposto come start-up focalizzata sulla sicurezza e sull'affidabilità dei sistemi spaziali attraverso il design e la realizzazione di scatole nere per satelliti. Queste sono intese come sistemi isolati equipaggiati a bordo, in grado di alimentarsi autonomamente, ed eseguire storage di status di sistema e dati sensibili del payload e comunicare in sicurezza con le stazioni di terra. “Pulse” e “Solid” sono stati i due tipi di modelli proposti, in grado di rispondere alle diverse esigenze del mercato: la prima per applicazioni di microsatelliti, più compatta ed economica, e la seconda per applicazioni di satelliti per la difesa, grazie all'utilizzo di canale di comunicazione quantica e casing con schermatura incorporato.

Il team Lift, invece, come da acronimo “Low orbit Integrated Few fuel Thruster”, ha presentato un progetto di ricerca che lavora alla realizzazione di un motore a ciclo combinato basato sui sistemi che si trovano nei razzi. Questo motore combina le migliori caratteristiche prestazionali dei sistemi di respirazione d'aria (come ramjet e scramjet) con i razzi. L'obiettivo di Lift è aumentare il carico utile/struttura e le prestazioni del propellente, rendendo così più accessibile l'orbita terrestre bassa (LEO). I possibili clienti sarebbero future aziende di volo suborbitali e futuri programmi militari.

Infine, la squadra degli Space Walkers. «Stiamo tornando sulla luna, questa volta per restarci. Per questo motivo, la NASA sta sviluppando il programma In Situ Resource Utilization (ISRU), volto all'utilizzo delle risorse in loco. Ma dove si trovano esattamente queste risorse? Le troveremo con A.N.T.S, il nostro Anti-impact Non-stopping Transmitters System». Questo progetto trae ispirazione dalla biologia: i picco-rover dotati di LiDAR, Sonar, Spettrometro, accelerometri e altri sensori mapperanno accuratamente l'ambiente e invieranno tutti i dati ad un “sistema-regina annidata nell'alveare”, ovvero un potente computer protetto dalle radiazioni che pulirà e preparerà i dati e li invierà a un modulo lunare situato nelle vicinanze. I rover-formica sono progettati per essere veloci, agili, facilmente riparabili e quasi inarrestabili grazie a quattro ruote flessibili con un corpo che può andare in qualsiasi direzione, dotate anche di IA per l'apprendimento non supervisionato in modo che possano essere completamente autonome e flessibili per svolgere quasi tutte le missioni da soli senza alcun aiuto esterno.

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Il Mattino