Le attività umane hanno già alterato i connotati ai tre quarti della superficie terrestre, il loro impatto sull'ambiente è «spaventosamente...
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Campi e pascoli, strade e ferrovie, cementificazione e illuminazione notturna sono alcuni dei modi in cui l'uomo mette sotto stress la natura. In base alla ricerca, pubblicata sulla rivista Nature Communications, il 75% del Pianeta «è alterato in modo significativo», così come il 97% delle aree più ricche di specie animali e vegetali. Per questo, rilevano gli scienziati, «c'è poco da meravigliarsi che sia in atto una crisi della biodiversità», che cioè sempre più specie stiano scomparendo dalla faccia della Terra.
Lo studio, non a caso, viene divulgato alla vigilia del congresso quadriennale dell'Unione internazionale per la conservazione della natura (Iucn), l'organizzazione non governativa che dal 1948 compila la Lista Rossa sullo stato di conservazione di tutte le specie terrestri. A settembre, alle Hawaii, gli ambientalisti avranno l'occasione di confrontarsi con i leader mondiali. Se il quadro generale preoccupa, l'indagine della fondazione Usa evidenzia tuttavia come, tra il 1993 e il 2009, la popolazione mondiale sia cresciuta del 19% e l'economia globale del 153%, mentre l'impronta globale dell'uomo sulla natura è aumentata solo del 9%.
«È incoraggiante vedere che il nostro impatto ambientale si è ampliato a un ritmo più lento rispetto al tasso di crescita economica e demografica», evidenziano gli esperti. «Significa che stiamo diventando più efficienti nel modo in cui utilizziamo le risorse naturali». Il segreto per disaccoppiare crescita economica e danni all'ambiente - segreto fondamentale per incardinare uno sviluppo sostenibile dei Paesi emergenti - è l'urbanizzazione, che deve andare di pari passo con una buona amministrazione. «Lo sviluppo sostenibile è un obiettivo altamente condiviso, e le nostre indagini - sottolineano i ricercatori - dimostrano come raggiungerlo: concentrare la popolazione nelle città, così che le esigenze abitative e infrastrutturali coinvolgano aree circoscritte del territorio, e promuovere governi onesti, capaci di gestire gli impatti ambientali». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino